PREMESSA
Non sembri azzardato indicare nel titolo del presente contributo i termini
teoria, rilievo, progetto, quasi come se si trattasse di uníunica parola.
In realtà questo é conseguenza dellíapplicazione della logica
seguita quale quella di analizzare i singoli termini al fine di individuarne
le connessioni che li tengono assieme, quelle connessioni che rendono labili
i limiti storicamente istituiti tra essi.
Superando la definizione del termine teoria quale ìcomplesso di regole
anche pratiche quando siano pensate come principi generali e si faccia
astrazione da una quantità di condizioni che hanno tuttavia influenza
necessaria sulla loro applicazioneî ; dando per scontato il valore del
rilievo inteso quale strumento volto alla conoscenza dellíArchitettura
ed elemento mediale tra cultura storico-architettonica e pratica professionale,
oltre che, nel caso da noi esaminato, per il suo apporto teorico/didattico
utilizzato nella stesura del trattato; interpretando il progetto quale
ìÖ modo in cui vengono organizzati e fissati, in senso architettonico,
gli elementi di un certo problema. Ö scelti, elaborati ed intenzionati,
attraverso il processo della composizione, sino ad istituire fra essi nuove
relazioni il cui senso generale (strutturale) appartiene, alla fine, alla
cosa architettonica, alla nuova cosa che noi abbiamo costruito per mezzo
del progettoî , sinteticamente si punta a ritrovare le regole che sovraintendono
all'univocità dei termini sia dal punto di vista delle singole relazioni
istituite tra teoria e rilievo, tra teoria e progetto, e tra rilievo e
progetto, sia complessivamente.
Eí fuor di dubbio la fondatezza di affermazioni inerenti líunicità
dei termini rilievo e progetto. Valga per tutte líaffermazione di J.Guillerme
quando sottolinea come ogni atto figurativo, compresi il rilievo e la copia,
sia un atto di progettazione. Allo stesso modo é sicuramente facile
ritrovare indicazioni sulla stretta relazione tra teoria e rilievo, e tra
teoria e progetto.
Detto ciò, in questo contributo, innanzi tutto, si è
voluto raggiungere l'obiettivo principale che si rifà all'ipotesi
che un modo di analizzare l'architettura possa prendere in esame anche
uno solo dei suoi molteplici aspetti, ed essendo uno di questi - e forse
uno dei primi - la composizione - nel suo significato primario di confronto
- collazione, in virtù di questa vengono analizzati i tre termini
indicati, al fine di leggere come siano stabiliti i legami e le giunture
tra loro ed al loro interno.
Tra tutta la serie dei metodi e dei procedimenti ipotizzabili per caratterizzare
la pluralità delle relazioni è stato scelto quello della
verifica compiuta su di una esemplificazione di carattere teorico e su
di una indirizzata alla pratica operativa. La struttura compositiva del
lavoro parte così contemporaneamente da un lato dallíanalisi della
sostanza delle idee - di qui líapporto delle teorie di Francesco Milizia
- e dallíaltro dalla verifica di queste attraverso le proposte progettuali
con la loro pratica attuabilità, di qui líapporto della pratica
operativa di Giovanni Antonio Antolini.
Ancora, riferendosi alle strutture compositive classiche di opere artistiche,
- quali quelle musicali, drammatiche, pittoriche, ecc. - in cui un ruolo
fondamentale é svolto dal motivo del confronto evidenziato attraverso
il continuo scontro tra elementi antagonisti, legati dallíunità
del conflitto -, si é analizzato come si andassero sviluppando le
relazioni tra teoria, rilievo e progetto in un momento in cui erano in
discussione le certezze storiche, e nasceva una vera e propria ricerca
di supremazia tra il passato remoto e quello recente.
Così, la teoria architettonica e il progetto neoclassici diventano
protagonisti del confronto che si instaura con la cultura barocca. Si tratta
di principî progressivi contro principî superati e retrogradi,
che attraverso il rilievo ritrovano il punto di incontro nel continuo intrecciarsi
dei loro percorsi. É in questo ultimo che si riflettono le possibilità
di far emergere nuove riflessioni, basate sul rispetto delle regole e sulle
leggi dettate dai compiti che ci si pone.
Se dunque, nellíesecuzione dellíopera, si seguono le regole derivanti
dalle leggi generali, verificandole nella realtà analizzata, ci
si può tutelare dalla possibile caduta formalistica. Partendo da
tale traccia, sia nel testo che negli elaborati grafici complementari ad
esso, si è voluto esprimere le riflessioni emerse, seguendo una
metodologia rigorosa, manifestando la volontà di avvicinarsi alla
ricerca contemporaneamente con una perizia tecnica e con spunti critici
che non dessero adito ad ipotesi affrettate. In conclusione si può
affermare che si é affrontato lo svolgimento della presente ricerca
con la consapevolezza che ìÖ chiunque saprebbe vedere. Ma non si sa che
quanto si é imparato, e si impara a misura che si osserva, e si
osserva a misura del bisogno che si ha di osservare. Chi serve il bisogni
di istruirsi col diletto della vista, assumerà, imparerà,
e saprà vedere e giudicare la produzione delle belle arti del disegno.
Ma ricordiamoci sempre che non sappiamo che quello che abbiamo imparatoî
.