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    Università degli Studi di Napoli ìFederico IIî - Corso di diploma in Edilizia - Indirizzo Costruzione
     
     
     
     
     
     
     
     

    CORSO DI RILIEVO DELLíARCHITETTURA
    Anno Accademico 1999/2000

    Docente Dott. Arch. Francesco Maglioccola



     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    PROCEDURE DI RILEVAMENTO

    maggio 2000
     
     

    Parte quinta

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    Dispensa ad uso degli studenti del corso di Diploma Universitario in Edilizia




Indice degli argomenti affrontati durante le lezioni
PROCEDURE PER IL RILEVAMENTO METRICO DELLíARCHITETTURA
 
Introduzione In questo paragrafo sono analizzate le procedure che possono essere messe in atto utilizzando strumentazioni semplici, di basso costo e facilmente reperibili in commercio. Resta inteso che alcune delle procedure di seguito indicate, possono essere messe in atto indipendentemente dalla tipologia della strumentazione.

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Cosa rilevare Si é già detto in precedenza dellíinteresse verso uníanalisi dellíarchitettura applicando un modello teorico indicato come modello interpretativo. Ora verranno applicate alle varie parti individuate dallíassunto metodologico le procedure di rilevamento metrico per arrivare alla conoscenza del manufatto in esame, partendo da quella che viene definita indagine di tipo metrico, seguita da quelle indirizzate alla conoscenza e consistenza dei materiali utilizzati, al loro stato di conservazione,  e così via. Se, generalmente, quando si parla di rilievo, si intende líoperazione di presa di misure, cíè da dire che questíultima è sicuramente preceduta da una definizione degli elementi e dei rispettivi segni che si andranno ad analizzare. Nello svolgimento delle operazioni si dovrà seguire un percorso di avvicinamento che porta man mano dal generale al particolare. Si procederà a rilevare prima l'esterno, poi gradualmente ci si avvicinerà allíinterno rilevando l'accesso, l'androne, il cortile e la scala, e, quindi, i particolari. In un manufatto architettonico innanzi tutto vanno individuate le parti derivate dalla scomposizione in impianto e spiccato. Dellíimpianto vengono descritti i limiti, poi líorganizzazione dei vari ambienti, le modalità secondo le quali si strutturano, e come sono composti in relazione alla quantità e qualità dei livelli. Nel progetto di rilievo viene effettuata la scelta su quali dati selezionare e le procedure con le quali prelevarli andando a costituire un sistema di priorità e di elementi via via secondari che vede líoperatore quale protagonista.
Tutte le parti elencate, poiché contribuiscono nel loro insieme alla composizione generale del manufatto architettonico  non vanno considerate separatamente.  Líoperazione di scomposizione e di classificazione contribuisce alla definizione e riconoscibilità delle parti e non va vista come procedura di separazione  e distacco delle parti per uníanalisi di queste indipendentemente dalle altre. Così ad esempio rilevare il portale significa non solo rilevare líoggetto in se, ma anche connetterlo, allíaccesso ed allíandrone  - quale elemento dellíimpianto - ed al basamento, quale elemento dello spiccato. 

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Grado di approssimazione da seguire in fase di rilievo
 

 

Eseguire un rilievo equivale sempre  a perseguire la conoscenza dellíoggetto  rilevato. Eí chiaro, però, che sono molteplici le informazioni che si possono prelevare  tramite un rilievo. Tra queste, quelle da noi privilegiate in questa fase sono quelle di tipo metrico. Però tali informazioni dovranno poi essere restituite. Esse andranno restituite in rappresentazioni grafiche (bisogna fare un discorso a parte per le rappresentazioni numeriche) che comportano una scelta sulla scala metrica. Ora, funzione dei formati avremo scale di rappresentazioni diverse. Ad esempio, prendendo in considerazione líambiente cortile che nella sua interezza andrà ad esempio rappresentato nella scala metrica di 1/100 o 1/50, é inutile essere troppo scrupolosi nellíapprossimazione della misura rientrando nellíosservazione nellíordine dei centimetri tralasciando i decimali. Questo perché si ricorda che 1 cm nella realtà, nella rappresentazione 1/100 diviene 1 decimo di millimetro che é uníentità non rappresentabile a tale scala. Se invece oggetto del rilievo è un particolare architettonico, come ad esempio la balaustra di una scala, che verrà rappresentata nel rapporto 1/20 o 1/10, il valore di 1 cm nella realtà, diviene 1 mm nel disegno che in questo caso risulta uníentità rappresentabile. Così il rilievo dovrà essere redatto in maniera tale da tenere presente già che la restituzione dovrà avvenire alle scale più appropriate per poter rappresentare le informazioni prelevate.

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Sopralluogo Sopralluogo per lo svolgimento delle attività ricognitive tese ad acquisire i dati in merito alla possibilità di attuazione del rilievo, risolvendo eventuali cause che impediscono la presa di misure. Utile anche ai fini di preordinare i tempi e le modalità di esecuzione della campagna di rilievo.
Le operazioni di rilievo, condotte secondo una sequenza logica, prevedono innanzi tutto un sopralluogo utile affinché ci si possa rendere conto della situazioni in cui si va ad operare. In sede di prima conoscenza dei luoghi, va stilato un programma preliminare per le scelte relative sia alla definizione della effettiva entità dellíoggetto del rilievo che della sequenza delle procedure per le misurazioni da mettere in atto. Tutto ciò comporta quindi la scelta degli strumenti e delle attrezzature utili al raggiungimento dello scopo preposto, cui seguirà la vera e propria fase della presa delle misure. Utili a preordinare il sopralluogo è líaver effettuato líindagine sulla documentazione díarchivio esistente, il cui esame sarà sicuramente utile ad indirizzare líattenzione specificamente alla finalità prescelta. Durante il primo sopralluogo sarà buona norma appuntarsi le informazioni di carattere generale che colpiscono líattenzione dellíoperatore, ma anche quelle che provengono da eventuali suggerimenti provenienti dai presenti. Un modo efficace e veloce di appuntarsi le informazioni visive è quello che prevede líuso di immagini fotografiche. In questa fase, una prima battuta fotografica, anche se dettata da esigenze documentative ancora approssimative, é comunque utile ad illustrare il sopralluogo ed a predisporre successive battute fotografiche mirate. Se si é in possesso di una documentazione grafica díarchivio (piante, prospetti ecc. risalenti a precedenti rilievi o allíoriginario progetto dellíopera) è buona norma indicare su questi i coni visuali indicanti il punto in cui si é posto líosservatore al momento dello scatto fotografico, e il campo visivo inquadrato dalla foto.

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Progetto di rilievo Quale ausilio ai lavori di rilevamento sono necessarie una serie di procedure preliminari che preparano alla vera e propria presa di misura. Il progetto di rilievo costituisce un elaborato di estrema importanza in quanto é con esso che vengono preordinate le fasi di rilievo e predisposto tutto ciò che facilita e rende spedito il lavoro successivo, individuandone tempi e modalità di espletamento. Questo può essere messo a punto solo dopo un sopralluogo, anche se di breve durata, per lo svolgimento dellíattività ricognitiva tesa ad acquisire i dati in merito alla possibilità di attuazione del rilievo risolvendo eventuali cause che impediscono la presa di misure e preordinando i tempi e modalità di esecuzione della campagna di rilievo. Funzione strettamente legata allíoggetto ed alla finalità del rilievo, la scelta delle procedure da seguire e degli strumenti da utilizzare (già prese in considerazione nel formulare il progetto di rilievo) implicano ulteriori scelte in merito al numero ed alla qualificazione degli operatori impegnati, alla precisione ed alla preparazione degli strumenti. Per gli strumenti sofisticati quali quelli elettro-ottici, va per esempio prevista la possibilità della loro ìmessa in stazioneî, e va preordinata la verifica del loro funzionamento, come ad esempio la taratura o la normale manutenzione dellíapparecchio, come ad esempio la ricarica di eventuali batterie, ecc.

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Gli schizzi Dovranno essere predisposti gli schizzi di rilievo sui quali andranno apposte le misure. Questi dovranno essere eseguiti tenendo conto della lettura delle proporzioni dell'oggetto da rilevare, operando una riduzione del reale tale da costituire la base sulla quale apporre le misure. Lo schizzo sarà eseguito utilizzando matite di diversa durezza  a seconda che si voglia rinforzare o meno delle linee, lasciando leggere quelle di costruzione e di rimando (é molto efficace líuso del colore nel distinguere il contorno rilevato dalle linee di misura). Sulle piante saranno riportate tutte le proiezioni degli archi e delle volte. E' buona norma eseguire gli schizzi su fogli tutti dello stesso formato (è preferibile utilizzare i formati normalizzati dei quali quello più facile da conservare e riprodurre è il formato A4) ed apporre su ogni singolo foglio il nome del rilevatore, la data ed il riferimento generale della collocazione dell'oggetto del rilievo allíinterno del contesto analizzato.

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Lo schizzo di rilievo Nel rilevamento architettonico lo schizzo è utilizzato sia per graficizzare in maniera opportuna líoggetto di rilievo per poi sia per definire la forma che si va a rilevare. In questíultimo caso lo schizzo di rilievo presenta molteplici similitudini sia dal punto di vista delle modalità esecutive e degli strumenti per eseguirli che dal punto di vista concettuale a quello che è lo schizzo di progetto: nel primo caso si tratta di una traduzione in termini visivi di un oggetto concreto che viene letto dallíosservatore, mentre nel secondo caso siamo in presenza della graficizzazione dellíidea progettuale. Entrambi costituiscono momento di interpretazione di una configurazione architettonica.
Lo spazio fatto proprio si invera nello schizzo, la riduzione della prima associazione mentale in figure geometriche. A questo punto, quella che è una ipotesi (qui intesa come modello mentale) trova la sua verifica nel rilievo metrico.  L'ipotesi nel rilievo è sia il modello grafico ossia lo schizzo, sia il modello mentale nel quale si classificano le parti dell'oggetto architettonico per consentire la selezione esclusivamente degli elementi che verificati dalla misura passano al livello successivo nella rappresentazione. La misura permette dunque la rappresentazione finalizzata alla trasmissibilità. In virtù di quanto detto è buona norma che colui che abbia eseguito lo schizzo preliminare sia lo stesso operatore che poi dovrà appuntarsi le misure del rilievo; questi potrebbe usare una simbologia grafica che semplificando líambiente da rilevare, potrebbe risultare non comprensibile o dare atto a diverse interpretazioni da parte di coloro che dovranno utilizzarlo. Può succedere che líoperatore decida di completare il disegno di rilievo riportando parti non rilevate, bensì tradotte da fonti fotografiche o bibliografiche o da schizzi di rilievo: in questo caso il risultato dipenderà dallíesperienza dellíoperatore, che sarà in grado di restituire líoggetto del rilievo rimandando a modelli architettonici noti, dei quali è in grado di apprezzare le giuste proporzioni e relazioni geometriche.

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Le Corbusier - AteneLe Corbusier - Pisa
Le Corbusier - Atene e Pisa
Gli schizzi preparatori al rilievo - I tipi di rappresentazione I tipi di rappresentazione che possonno essere fatti quando eseguiamo uno schizzo variano a seconda della finalità proposta. Líoggetto di rilievo può essere raffigurato in proiezioni ortogonali qualora questo debba servire per apporre le relative misure, ovvero raffigurati in assonometria per rendere più chiara la forma indagata. Lo schizzo in prospettiva si presta meno, anche per la maggiore difficoltà di esecuzione per essere annotato con informazioni metriche, ma risulta efficace quando si voglia invece rendere più esplicità la parte ìsensibileî dellíoggetto e si tratti di inquadrare il soggetto nellíambiente circostante. Ancora esso può assumere un valore artistico quando le forme sono messe in evidenza con líuso del chiaroscuro e delle ombre.
Il più delle volte lo schizzo viene eseguito a mano libera anche perchè risulta più immediato e diretto. Qualora esso debba realizzarsi quale rappresentazione più corretta e vicina al reale, possono essere usati righelli o squadre quali ausilio. Naturalmente, proprio per la natura di esito della prima fase di codificazione grafica conseguente al riconoscimento delle forme architettoniche, lo schizzo è oggetto di continue revisioni ed aggiustamenti, pertanto lo strumento idoneo per eseguirli é la matita. Questa deve avere una durezza tale che, coerentemente con la pesantezza della mano dellíoperatore, consenta di tracciare segni di differente intensità e spessore, così da caratterizzare con modalità differenti ad esempio le parti sezionate e quelle proiettate del manufatto, ovvero le linee di misurazione, oppure a seconda che si voglia rinforzare o meno delle linee, lasciando leggere quelle di costruzione e di rimando (é molto efficace líuso del colore nel distinguere il contorno rilevato dalle linee di misura). Sulle piante ad esempio saranno riportate tutte le proiezioni degli archi e delle volte. Le mine in genere utilizzate sono la H e la 2H. Il portamine, con incorporato il temperamine, risulta ancora più utile in quanto permette la ricarica ma soprattutto perché con esso non si dimentica il temperamine (líuso delle cosiddette ìmicromineî non risulta ottimale in quanto non è possibile con queste calibrare il tratto). Quando, con líesercizio e la pratica (ed ovviamente con la chiara idea di ciò che si deve schizzare) si consegue una padronanza nello schizzare anche la penna sostituisce la matita, solo che in questo caso che è la padronanza del mezzo fa venir meno la necessità di dover cancellare. Risultano ancora utili per particolari situazioni mine o pastelli colorati per differenziare ancora la qualità dei tratti sul foglio. Nellíeseguire lo schizzo la mano deve essere decisa e sicura senza avere tema ne di sbagliare (tanto si può rimediare), tanto meno di indecisione per cui si ripassa più volte sullo stesso tratto tale che per renderlo più chiaro si ottiene il risultato opposto di confondere di più i segni. 

Il supporto sul quale eseguire gli schizzi è preferibile sia costituito da un foglio bianco nel formato più facile da archiviare e da sostenere durante il momento della esecuzione. Ancora è buona norma eseguire gli schizzi su fogli tutti dello stesso formato (è preferibile utilizzare i formati normalizzati dei quali quello più facile da conservare e riprodurre è il formato A4) ed apporre su ogni singolo foglio il nome del rilevatore, la data ed il riferimento generale della collocazione dell'oggetto del rilievo allíinterno del contesto analizzato. Molto utile è predisporre un vero e proprio quaderno degli schizzi. Líuso della carta sul quale sia presente una quadrettatura aiuta nel processo di costruzione del grafico soprattutto quando si vuole realizzare una figura con una buona corrispondenza rispetto al reale. A volte però la presenza delle linee della quadrettatura confondono líoperatore quanto questi esegue un riconoscimento delle proporzioni degli oggetti da rilevare attraverso il tracciamento di rette di riferimento.
Le nuove tecnologie consentono di eseguire gli schizzi non più sul supporto cartaceo, ma su una superficie sensibile ad un puntatore collegati ad un elaboratore: questo è il caso dei computer palmari. La difficoltà di approccio differente a tale tipo di restituzione, i costi degli apparecchi con la loro conseguente limitata diffusione fanno si che essi ancora per qualche anno non saranno competitivi con i metodi classici. Il futuro è però già tracciato pertanto bisognerà al più presto superare le difficoltà pratiche ed i preconcetti per passare ai nuovi sistemi. 


Dal punto di vista della composizione di uno schizzo, si dovrà fare in modo che grafici e misure riguardanti uno stesso oggetto (riferito ad esempio ad un dettaglio) sia contenuto in un numero limitato di fogli e per quanto possibile si debbano annotare tutte quelle cose che o non possono essere tradotte in forma grafica (es. misura ottenuta quale media di due osservazioni) oppure hanno bisogno di ulteriori approfondimenti grafici per essere più chiari. Così possiamo fare rimandi a più rappresentazioni nello stesso foglio sia dello stesso tipo come ad esempio un approfondimento di scala per un dettaglio su un fronte intero (Fig. __), oppure uno schema in assonometria per esplicitare delle forme particolari (Fig. __). Fanno parte del grafico sul quale sono eseguiti gli schizzi tutte le annotazioni di testo, così come debbono essere sempre riportati i dati relativi allíoperatore, la data di esecuzione, líoggetto dello schizzo, ed altre informazioni utili in modo da ricostruirne il processo formativo.
Ad indicare a quale parte del disegno si riferisce la misura prelevata può essere di aiuto líeseguire sullo schizzo delle linee di quotatura con gli estremi che indicano con una freccia od una tacca i punti ai quali e riferita. Il valore numerico della misura sarà posto a ridosso o in modo da interrompere la suddetta linea. Líuso del colore per tracciare queste linee rendendo maggiormente evidente la distinzione tra queste e le linee del contorno da rilevare, rappresentano anche un modo per appuntarsi quali sono le misure necessarie alla restituzione del rilievo.
Riportiamo a seguire una esemplificazione sulla esecuzione di uno schizzo per predisporre il materiale grafico sul quale apporre le misure. Rispetto delle proporzioni in quanto possono consentire di controllare eventuali errori grossolani nelle misurazioni. Dovranno essere predisposti gli schizzi di rilievo sui quali andranno apposte le misure.


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Líattrezzatura minima di cui bisogna dotarsi per eseguire un rilievo in campo architettonico Líattrezzatura minima di cui bisogna dotarsi per eseguire un rilievo in campo architettonico è costituita dai seguenti strumenti:
-Rotella metrica da 20 - 50 metri;
-Doppio metro;
-Flessometro;
-Filo a piombo;
-Livella da muratore;
-Asta metrica.
-Squadra da muratore.
A questi bisogna aggiungere un certo numero di attrezzi di ausilio che sono i seguenti:
-Asta rigida;
-Tracciatore (ad es. gessetto, pastello colorato o pennarello);
-Filo di nylon;
Ancora un apparecchio fotografico utile sia a documentare líoggetto del rilievo che le procedure messe in atto per operare lo stesso.

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Il rilievo dell'ambiente nel quale è posto il manufatto da rilevare Innanzi tutto l'edificio deve collocarsi nell'insieme che lo contiene. Questo si fa integrando opportunamente i dati prelevati da documentazione d'archivio a quelli derivati dal rilievo metrico.
Dalle planimetrie si preleva la toponomastica, il valore delle quote altimetriche dei punti più prossimi all'edificio che vanno materializzati sul posto. Per questi punti si condurranno gli allineamenti orizzontali che consentono d'avvicinarsi il più possibile all'edificio, fino ad arrivare in corrispondenza dell'accesso. Per far ciò si utilizza il metodo dellíinterpolazione.

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Assi di riferimento principali Gli assi di riferimento principali del rilievo svolgono la funzione di definire univocamente un sistema di riferimento che serve sia al collegamento dellíedificio al contesto e sia da sistema di appoggio per poter eseguire il rilievo di dettaglio. Gli assi principali saranno individuati (od individueranno) i punti fissi cioè quei punti che presumibilmente non cambieranno la loro posizione nello spazio durante le fasi di rilievo (punti provvisori) od anche indefinitamente nel tempo (punti stabili) in modo da permettere a colui che esegue il rilievo di poter svolgere il proprio lavoro in sessioni differenziate, ovvero di ripetere nel corso del tempo le osservazioni fatte. Il sistema di assi di riferimento principali - dai quali deriveranno altri assi di riferimento secondari - costituisce una griglia rispetto alla quale riferire líedificio in fase di rilievo, e nella fase di graficizzazione, formerà la matrice dalla quale si partirà per rappresentare il contorno rilevato.
In virtù di questa funzione direttrice del sistema di riferimento, costituito appunto dagli assi di riferimento, sia nella loro scelta che nella loro determinazione, bisognerà prestare particolare attenzione: líequivalenza tra reale e sua rappresentazione sarà condizionata dalla precisione nella determinazione del sistema di assi. Il criterio guida nella definizione degli assi principali deve condurre alla costruzione di una rete autocontrollata, cioè formata da triangoli di cui siano noti i lati ed i cui vertici siano punti fissi (fig. A). Qualora ciò non sia possibile, ed è appunto la maggior parte dei casi in cui il rilievo interessa líinterno delle architetture, la rete potrà ridursi ad una poligonale, cioè ad una serie di assi aventi in comune un solo punto fisso (fig.  B). 
L'asse di riferimento va posto alla quota del piano orizzontale di cui si farà la restituzione. Il piano di sezione orizzontale sarà scelto in virtù delle aperture e degli elementi che si vogliono far emergere dalla lettura in pianta. La sua quota dovrà essere tale da permette di sezionare quante più aperture in genere viene posto ad una quota di 1÷1,5 metri. Le operazioni di costruzione del sistema di riferimento dovranno svolgersi partendo innanzi tutto dal fissare la posizione dellíasse principale e segnalando i punti fissi e provvedendo alla misurazione delle distanze reciproche tra questi. La disposizione degli assi di riferimento, principali e secondari, sarà dettata dalla possibilità che da essi siano visibili e possano essere raggiunti con facilità i contorni dellíoggetto del rilievo, tentando, per quanto i luoghi consentano di farlo, di individuare un numero minimo di assi in modo da ridurre le possibilità di errore. Nella costruzione degli assi di riferimento avendo prescelto una direzione e volendola prolungare, oppure partendo da due punti e volendo costruire líasse definendo un allineamento, quando si tratta di tracciare allineamenti per distanze brevi, si può utilizzare, ad esempio una lenza tesa in modo da passare tra i due punti fissi. Se, invece, nella costruzione della rete di riferimento per líinquadramento del manufatto o delle sue parti, quali ad es. líingresso, líandrone, il cortile e le scale, è necessario costruire grandi tracciati, si può far uso di Allineatori o di SQUADRI (assegnando un valore angolare predefinito contenuto in una gamma abbastanza ristretta - ad esempio 30°, 45°, 90°, 0°/180°, Ö), con líausilio di attrezzi come le paline. Allineamenti e assi di riferimento si possono generare con strumenti dotati del cerchio graduato orizzontale, come i TEODOLITI. Si parla ancora di allineamento anche quando si realizza una retta di riferimento rispetto alla quale prelevare i dislivelli tra punti: é questo il caso che prevede  líutilizzo di LIVELLI per tracciare piani di riferimento. Ancora un allineamento verticale, utile per riferire il rilievo di cornici e di sporgenze ad un asse, si realizza con il FILO A PIOMBO che individua una linea di appoggio lungo un piano verticale.
Quando vengono tracciati gli assi di riferimento bisogna tener conto che essi vanno a costituire un sistema di appoggio per il rilievo necessario non solo rispetto ad un piano orizzontale, cioè finalizzato alla costruzione della pianta dellíedificio, ma anche per ciò che riguarda líalzato. 
Nelle operazioni di rilevamento, nellíinquadrare il manufatto architettonico nel contesto è necessario riferire a dei punti fissi di cui si conosce la quota (quota assoluta riferita al livello medio mare lmm) ovvero a dei punti fissi ai quali si assegna una quota fittizia (ad es. zero) la posizione di un piano orizzontale ideale sul quale riporteremo tutti i punti che discretizzano il manufatto stesso. Così, questi punti saranno riferiti, oltre che con la loro distanza misurata in orizzontale dagli assi, anche con la loro quota rispetto a tale piano (quota relativa) o relativamente ad altri piani secondari riferiti al primo. La distanza di un punto da un piano, misurata nella direzione ortogonale al piano viene denominata quota del punto rispetto al piano. Se il piano di riferimento è un piano orizzontale, allora la quota è una distanza misurata secondo la direzione verticale. La differenza di quota tra punti viene denominata dislivello. Per la determinazione dei dislivelli si procede a misurare la quota dei singoli punti oppure, tracciando un piano orizzontale rispetto al quale riferire la differenza di quota (dislivello relativo). Per eseguire tale determinazioni sono utilizzati strumenti semplici quali il LIVELLO AD ACQUA, o quei LIVELLI che fanno uso di componenti ottici con líausilio di aste graduate. Oltre alla modalità che prevedono il riferimento ad un asse orizzontale, è possibile utilizzare strumenti distanziometrici dotati di GONIOMETRO per la lettura degli angoli e delle distanze, che attraverso la risoluzione dei triangoli, forniscono, come risultato, la misura del dislivello ignoto.
(Nelle esemplificazioni didattiche gli assi principali di riferimento andranno graficizzati con linea tratto-punto di spessore 0,6 mm di colore nero).

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Costruzione di un asse di riferimento Gli strumenti necessari per compiere tale operazione sono:
-rollina;
-lenza di lunghezza tale da consentire il collegamento di due punti scelti come esplicitato in seguito;
-filo a piombo;
-doppio metro od un'asta metrica;
-livello a bolla da muratore;
In questo caso, per líottimale svolgimento delle operazioni di rilievo, é consigliabile che gli operatori siano almeno tre.
Nel progetto di rilievo si é già scelto se líasse di riferimento debba essere costruito ex-novo senza appoggiarsi a particolari punti ovvero si sia stabilito di riferirsi a punti stabili già materializzati. Nel caso si sia partiti con l'aver preventivamente individuati due punti stabili dal quale far passare l'asse di riferimento, i primi due operatori, reggendo gli estremi della lenza, si porteranno rispettivamente nel punto A e nel punto B. Il terzo operatore, con l'ausilio del filo a piombo, assicurerà che l'asse di riferimento passi per entrambi i punti. Egli si porterà nel punto A e facendo coincidere la punta del filo a piombo con il punto a terra determina un asse verticale. L'operatore, che è posto nel punto A, sposterà le lenza fino a farla intersecare con l'asse verticale già individuato, stando bene attento a che tale posizione sia conservata nel frattempo che il primo operatore faccia analoga operazione nel punto B. Il terzo operatore, una volta assicurato che l'asse passi per i punti A e B, deve assicurare che questo sia orizzontale. Egli prende la livella da muratore e ponendola affiancata alla lenza, la rende con il lato lungo orizzontale (deve porre in bolla lo strumento, cioè far si che la bolla sia centrata rispetto alle tacche poste sulla fiala). Questa operazione non è semplice da realizzare in quanto bisognerà avere la mano ferma ed evitare continue oscillazioni onde evitare che la bolla della livella sia in continuo movimento. Per facilitare il lavoro la livella potrà essere appoggiata al corpo ovvero ad un'asta. Resa la livella orizzontale indicherà agli altri operatori, chi deve abbassare od alzare la lenza in modo da renderla parallela alla livella. Raggiunta l'orizzontalità, l'asse di riferimento sarà univocamente definito allorché l'operatore andrà a misurare con il doppio metro la quota dell'asse di riferimento (cioè la distanza in verticale tra il punto A a terra ed il corrispondente all'altezza della lenza) sia nel punto A che nel punto B. Fatto ciò egli potrà individuare altri punti lungo l'allineamento, ponendosi in essi con il filo a piombo, misurando la quota del punto a terra fino alla lenza, e segnalando lo stesso a terra. In alternativa alla lenza è possibile utilizzare la rollina o fettuccia metrica. Essa va utilizzata nel seguente modo: l'operatore che si pone nel punto A invece di tenere un estremo della lenza, farà in modo che il corrispondente del punto A sia lo zero della rollina, consentendo così al secondo operatore di leggere al termine della costruzione dell'asse, il valore metrico segnato sulla rollina, corrispondente verticalmente al punto B, quale distanza in orizzontale rispetto al punto A. Di conseguenza, anche il terzo operatore potrà collocare vari punti sull'asse annotando per essi oltre che la quota rispetto all'asse, anche la distanza dal punto A. Al termine di tale procedura si ottengono diversi risultati: da un lato, viene costruito un asse di riferimento lungo il quale sono allineati i punti che consentono di rilevare in dettaglio l'oggetto del rilievo, e dall'altro è già di per se il rilievo dell'andamento della pavimentazione nel piano verticale passante per l'asse.

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Assi di riferimento secondari Agli assi principali si possono collegare assi secondari per poter consentire di raggiungere sia tutti gli ambienti del complesso edilizio oggetto di indagine, che una scala di definizione maggiore che conduce al rilievo di dettaglio. Gli assi secondari costituiscono, dunque, quel necessario ausilio di riferimento, derivato dal sistema principale, che permette di lavorare localmente affidandosi poi a punti di appoggio locali.
(Nelle esemplificazioni didattiche gli assi secondari di riferimento vanno graficizzati con linea tratto-punto di spessore 0,4 mm di colore nero).

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Costruzione degli assi derivati dal principale Per poter procedere alla definizione del sistema di riferimento nel caso della costruzione della poligonale esistono diverse modalità a seconda della disponibilità di strumentazioni. Nel caso si disponga di strumenti tradizionali semplici, quali rollina e filo a piombo, da un asse si deriverà un secondo asse riferendolo al primo tramite la trilaterazione operata tra due punti di appoggio del primo asse e due punti di appoggio del secondo asse. Nel caso si disponga di apparecchiature ottiche, elettro-ottiche o elettroniche la procedura consisterà semplicemente nella determinazione del punto di intersezione dei due assi, e nella misurazione del valore angolare delle direzioni sottese agli stessi.
(Nelle esemplificazioni didattiche le linee della trilaterazione operata per la costruzione degli assi derivati di riferimento vanno graficizzate con linea tratteggiata di spessore 0,2 mm di colore azzurro).

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Costruzione di un asse di riferimento secondario Partendo dai punti C e D, si procede nel seguente modo:
Dei punti C e D, già materializzati ed appartenenti all'asse principale di riferimento, si conoscono le quote rispetto a quest'ultimo ed anche la loro distanza reciproca, quindi per continuare nella costruzione di un secondo asse posto alla stessa quota del principale, si procede così:
Il primo operatore si pone nel punto C e tenendo lo zero della rollina, lo dispone utilizzando il doppio metro, alla quota segnata precedentemente. Analogamente fa il secondo operatore ponendosi in un punto B tenendo la rollina alla quota precedentemente segnata per il punto. Il terzo operatore prenderà anch'egli la rollina.
Si procede come per la costruzione precedente, solo che questa volta il primo operatore si pone nel punto C alla quota precedentemente segnata, mentre il secondo operatore si porterà in un nuovo punto D, e le procedure proseguiranno come descritto prima. Fatto ciò, restando il primo operatore nel punto C, il secondo si porterà in un nuovo punto E appartenente all'allineamento da definire. Individuati univocamente i punti D ed E, per essi si farà passare la lenza (o la rollina) e si potrà costruire il prolungamento fino ad un altro punto F che potrà  servire per il rilievo di dettaglio.

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Tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una retta data (mediante líutilizzo di strumentazione semplice costituita da una rollina) - a) metodo del triangolo rettangolo Utilizzando il teorema di Pitagora che come ricordiamo, recita: ìIn un triangolo rettangolo il quadrato costruito sullíipotenusa è pari alla somma dei quadrati costruiti sui catetiî, si costruisce un triangolo avente due lati pari alla misura 3 e 4 unità e líipotenusa pari a 5 unità (nellíunità di misura prescelta ad es. 3, 4, 5 metri). Si procede nel modo seguente: fissata una base, costituita da un segmento AB di lunghezza pari a metri 3, dallíestremo A, un primo operatore tende una rollina fissando lo zero nel punto A e segnando líaltro estremo a distanza 4 metri avvicinandosi allíaltro operatore che attua la stessa operazione, partendo però dal punto B e segnando il secondo estremo a distanza pari a 5 metri dalla sua origine. Entrambi gli operatori fanno ruotare la direzione definita dalla rollina tesa intorno al loro punto origine fino a far coincidere la misura 4 metri del primo con la misura 5 metri del secondo. Il punto di congiunzione delle due rolline individua univocamente la posizione del punto C terzo vertice del triangolo rettangolo, retto in B (fig. 1). 
Fig. 1
Analogamente líoperazione può essere compiuta partendo dal valore del cateto AC di misura 4 scelto come base (fig. 2). 
Fig. 2
Eí ovvio che scegliere  líipotenusa come base da cui partire per la costruzione del triangolo rettangolo non risulta utile ai fini proposti (Tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una retta data), in quanto costruiremo si due direzioni ortogonali, ma queste formeranno un angolo diverso da 90° rispetto alla base (fig. 3).
Fig. 3
La scelta di prendere i valori 3, 4 e 5, al di la delle valutazioni legate ai valori mistici dei numeri, risulta utile poiché è facile memorizzarli rendendo semplice líapplicazione del metodo nelle operazioni di rilievo speditive. I valori 3, 4 e 5, come già accennato, sono delle unità che a seconda della dimensione dellíoggetto del rilievo e degli spazi a disposizione, possono caratterizzarsi come metri (per rilievi in spazi ampi), in decimetri (per luoghi ed oggetti di dimensioni ridotte) o anche assumere dei valori proporzionali, sempre nel rispetto del teorema di Talete. In particolare potremo utilizzare valori ottenuti dimezzando (1.5 / 2 / 2.5) o raddoppiando (6 / 8 / 10) i valori base, oltre che fissarne altri a seconda dellíesigenza, come il caso in cui siamo in presenza di due punti A e B già materializzati e distanti tra loro della quantità X. In questo caso avendo una distanza AB pari ad es. 2,75 metri e volendo tracciare una perpendicolare per il punto A alla direzione definita dal segmento AB, si assegna un dato valore al segmento AC, ad es. 3,5 metri e si calcola quanto deve risultare líipotenusa  BC = (AB2 + AC2) -1 e quindi BC= 4,45 metri (fig. 4).
Fig. 4
Líoperazione descritta precedentementepuò realizzarsi anche con una sola rollina ove invece di partire dal valore zero si considerano progressivamente i valori 0,  4 m, 7 m, 12 m (fig. 5).
Fig. 5

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Tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una retta data (mediante líutilizzo di strumentazione semplice costituita da una rollina) -  b) metodo dellíaltezza del triangolo isoscele Una seconda modalità utile al tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una data sfrutta la proprietà del triangolo isoscele che vede líaltezza relativa al lato che non sia uno della coppia di lati uguali, passa per il punto medio della base (ed ovviamente per definizione è ortogonale alla base). Detto ciò, quindi, partendo dalla misurazione della distanza di due punti A e B posti a distanza AB di determina il punto M equidistante da essi e posto sullíallineamento AB. Da A e da B, fissando lo zero in tali punti, si tendono due rolline e si congiungono facendo coincidere lo stesso valore di distanza dai rispettivi punti origine. Collegando tale punto di unione - punto C - al punto M precedentemente ricavato si individua univocamente la perpendicolare ad AB (fig. 6).
 

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Fig. 6
Con questa costruzione, a differenza della precedente, la perpendicolare costruita non passa per nessuno dei due punti di partenza. Se vogliamo invece che la normale da costruire passi per uno degli estremi del segmento definito, prima di procedere alla costruzione detta, dobbiamo prolungare líallineamento AB di partenza per una lunghezza pari alla distanza esistente tra A e B, dal lato del punto dal quale far partire la perpendicolare cercata. Ottenuto il punto Aí ovvero Bí, utilizzando la procedura testé descritta si determina la normale cercata (fig. 7).
Fig. 7
Tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una retta data (mediante líutilizzo di strumentazione semplice costituita da una rollina - c) metodo dellíasse di un segmento Líasse di un segmento é il luogo dei punti equidistanti dagli estremi del segmento.
Fig. 8
Tracciamento di una retta avente direzione ortogonale ad una retta data (mediante líutilizzo di strumentazione semplice costituita da una rollina - d) costruzione di una retta perpendicolare ad una direzione r data e passante per un punto A esterno alla retta Con questa costruzione che si basa sulla stessa costruzione della fig. 6, sono dati la retta ed il punto A esterno ad essa. Per risolvere il problema basta tracciare due segmenti di eguale distanza a partire dal punto A ed intersecarli con la direzione r data.
Fig. 9

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La segnalazione dei punti Ai fini della costruzione degli assi di riferimento ed alla individuazione dellíoggetto del rilievo è necessario definire una maglia di punti fissi ai quali riferire le misurazioni effettuate. 
Per relazionare líedificio da rilevare al contesto nel quale esso si inserisce, la scelta sulla dislocazione dei punti deve essere tale da costituire una maglia che contenga líedificio, e da dove si possa partire per effettuare misurazioni utili a permetterne líinquadramento rispetto ad una maglia più ampia. Laddove líedificio non coincida con líisolato, ma faccia parte di un lotto andrà verificata la sua collocazione allíinterno di questo. Rientrano in questi punti i vertici della rete I.G.M. (CAPOSALDO) a copertura del territorio nazionale fino allíambito locale. 
Onde conservare memoria dei punti scelti, assume particolare importanza la esecuzione di monografie dei punti principali, cioè grafie uniche, riassuntive della posizione di punti - al fine di riconoscerne la posizione reale sul terreno -, corredate eventualmente di misure e tali da costituire una prima bozza di lavoro. Nella scelta dei suddetti punti bisogna tenere conto che essi devono essere univocamente individuabili e visibili almeno per terne in modo da consentire facili misurazioni e controlli. Queste caratteristiche devono essere conservate almeno per tutta la durata delle operazioni di rilievo. 
I punti fissi possono essere stabili (stabilmente materializzati), cioè punti che non mutano la loro posizione nel corso del tempo, oppure provvisori (non stabilmente materializzati) cioè punti che non mutano la loro posizione esclusivamente per il tempo utile allíeffettuazione del rilievo. Per la materializzazione stabile dei punti ci si avvale, nel rilievo topografico degli spigoli di fabbricato, di PALINE, di picchetti in legno, di picchetti in ferro, o di chiodi, mentre nel rilievo architettonico, che il più delle volte si svolge in un ambiente urbanizzato, si può far uso anche di elementi appartenenti allíinvaso stradale, come spigoli di marciapiedi, elementi di segnaletica, lastre di pavimentazione, borchie metalliche, ecc. 
Nel rilievo architettonico di dettaglio i punti fissi sono costituiti da particolari segni esistenti nelle pavimentazioni degli androni, dei cortili, delle scale, degli appartamenti oppure chiodi infissi o segni operati utilizzando dei gessetti colorati. Può essere sufficiente evidenziare i punti - laddove sia possibile agire sulle superfici - con piccole croci, eseguite con vernice o gessetto, con chiodi metallici crociati, ovvero, laddove si rischia di  provocare danni  allíoggetto del rilievo, con cartoncini, fili, ecc., adagiati o temporaneamente incollati sulle superfici.
(Nelle esemplificazioni didattiche i punti fissi vanno graficizzati con un punto ed un cerchio di 4 mm di diametro avente centro su di esso, tracciato con linea continua di spessore 0,2 mm di colore nero. Accanto al punto é posta una lettera identificativa, e, tra parentesi tonde, il valore della sua quota relativa rispetto al punto assunto a quota zero).

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Il rilievo dei punti di dettaglio Il rilievo del contorno dellíoggetto di rilievo deve partire dagli assi di riferimento.

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Trilaterazione Qualora il metodo impiegato è quello della trilaterazione, per ogni punto dellíedificio bisogna scegliere due punti di un asse, misurare la lunghezza del segmento definito da essi e  la distanza esistente tra entrambi ed il punto dellíedificio. I due punti presi sullíasse dovranno essere scelti in modo tale che con il punto del contorno da rilevare costituiscano vertici di un triangolo avente forma tendente allíequilatero, in quanto sono da evitare gli angoli acuti che provocano un imprecisa determinazione dei vertici nella restituzione del rilievo. Comunque, la base formata dai due punti scelti sullíasse di riferimento, dovrebbe avere dimensione predominante rispetto agli altri due lati della trilaterazione.
(Nelle esemplificazioni didattiche le linee della trilaterazione operata per la determinazione dei punti appartenenti al contorno dellíoggetto di rilievo sono state graficizzate con linea continua di spessore 0,2 mm di colore azzurro interrotta dalla misura della loro lunghezza. Nei punti intercettati tramite la costruzione operata con il compasso sono stati tracciati gli archi di intersezione con linea continua di spessore 0,2 mm di colore nero).

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Ascisse ed ordinate Qualora il metodo impiegato è quello delle ascisse ed ordinate, per ogni punto dellíedificio corrisponderà un punto dellíasse al quale riferirlo, e la misura della lunghezza del segmento definito da essi. Il punto sullíasse sarà determinato proiettando ortogonalmente sullíasse stesso il punto del contorno da rilevare, operazione che può essere fatta utilizzando un goniometro od uno squadro. Si mette in atto la procedura delle ascisse ed ordinate quando ad esempio si vuol rilevare una sezione verticale di una cornice utilizzando il filo a piombo e disponendolo a partire dallo spigolo più esterno della cornice. Con líausilio di uno squadro o di uníasta graduata posta in orizzontale si misurano le distanze in orizzontale dal filo a piombo ai vari elementi della cornice. Misurando anche la distanza in verticale dallíorigine del filo a piombo delle varie osservazioni orizzontali, si costituisce un sistema di coordinate cartesiane di ascisse ed ordinate.

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Allineamento Eí possibile una semplificazione del metodo per ascisse ed ordinate quando i punti da rilevare sono posti su una stessa retta. In questo caso, dopo aver verificato líallineamento di tali punti, basterà riferire questo allineamento allíasse di riferimento e prelevare solo le misure della posizione dei punti da rilevare lungo líallineamento. Gli allineamenti servono a riferire una serie di punti posti lungo una stessa direzione. La verifica di collinearità di un insieme di punti va eseguita facendo passare una linea retta per due di essi e verificando che gli altri punti siano disposti sulla stessa direzione).
(Nelle esemplificazioni didattiche le linee degli allineamenti operati per la determinazione dei punti appartenenti al contorno dellíoggetto di rilievo vanno graficizzate con linea tratteggiata di spessore 0,2 mm di colore nero ai cui estremi sono poste delle bandierine di colore azzurro).

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Nel rilievo di dettaglio si procede nel seguente modo Un operatore dispone lo zero della rollina nel punto A posto alla quota assegnata, il secondo tenendo la rollina orizzontale - in questo caso dovrebbe utilizzarsi ancora la livella per rendere il lavoro quanto più preciso, ma l'errore che si commette utilizzando l'occhio quale strumento risulta irrilevante essendo funzione della distanza da misurare (l'errore è direttamente proporzionale all'entità della distanza) preleva il valore numerico segnato sulla rollina corrispondente al punto di dettaglio da rilevare.
Le misure vanno prelevate lungo una direzione (che per la restituzione in pianta deve essere orizzontale). Líuso della rollina permette di determinare tali valori, facendo però attenzione al fatto che essa deve essere posta in tensione per evitare il fenomeno della catenaria, causa di errore in eccesso nella misurazione delle distanze.

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La misurazione delle distanze In relazione alla strumentazione adoperata, si distinguono differenti modalità operative di esecuzione e di controllo. Utilizzando i distanziometri elettro-ottici che offrono la possibilità di una lettura rapida ed automatica dei valori angolari e di distanza, e la memorizzazione di un notevole numero di informazioni su supporto informatico, si esegue un lavoro speditivo con ottime tolleranze di precisione, con costi maggiori sia di attrezzature che di tempi nella preparazione del rilievo. Servendosi invece di strumenti più semplici, come la ROLLINA, líASTA METRICA, ecc., si annullano i tempi di messa in stazione dello strumento elettro-ottico, si può lavorare con molta più agilità nel rilievo del dettaglio, perdendo nel contempo la possibilità di accumulare in memorie informatiche i dati raccolti. Comunque venga eseguito un rilievo, le misure devono consentire la definizione delle mutue posizioni degli elementi geometrici costituenti líoggetto del rilievo, e quindi ogni controllo dello stesso che sarà effettuato solo sulla base delle misure prese. Buona norma è quella di prelevare le misure in andata e ritorno, cioè ripetendo la stessa misurazione due volte invertendo la posizione del punto dal quale si parte per eseguirla. A tal fine le metodologie e gli strumenti di rilievo utilizzati dovranno garantire precisioni intrinseche: il valore dellíerrore commesso non dovrà superare i limiti di accettabilità.
Per ciò che attiene alle procedure della misurazione delle distanze, sia che si parli di lunghezze in direzione orizzontale, verticale (per le distanze in direzione verticale si parla di quote) o inclinata, le misure si distinguono in prelevate e dedotte e desunte. In base alla sequenza nella presa le misurazioni si definiscono parziali, progressive o totali. 

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misura prelevata Sono da considerarsi prelevate, le misure che sono state ottenute - direttamente o indirettamente  - attuando le procedure di rilievo metrico avendo potuto raggiungere direttamente líoggetto di rilievo ovvero indirettamente la sua misurazioneattraverso altra strumentazione.
Si prenderanno anche delle misure che comprendendo in esse più punti significativi denotiamo come misure totali, ma in quanto parziali rispetto ad un elemento significativo che lo contiene sarà al contempo una misura parziale. Questa, dunque la indicheremo come totale relativa. 
Líinsieme delle misure dovrà comporsi quale insieme composto per poter restituire líoggetto del rilievo, prelevando le sole misure necessarie allo scopo prefisso considerando inserite in queste quelle che servono da controllo ed evitando al contempo misure sovrabbondanti, che allungano i tempi di lavoro sul campo ed aumentano la confusione nella fase di restituzione.

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misura dedotta Quelle che assegna líoperatore allorché non utilizza strumenti ma utilizza líocchio, le proporzioni, ricavate per particolari qualità geometriche dellíoggetto e delle sue parti -simmetria, emisimmetria, appartenenza a geometrie elementari note, ripetizione di elementi uguali, modelli classici di riferimento, ecc. Vengono indicate con misure dedotte tutte le misure ottenute operando la somma o differenza di quelle prelevate.
La distanza calcolata per via indiretta è anche quella ottenuta quale somma di distanze effettivamente misurate, utilizzando la seguente procedura: suddivisione della misura della distanza di un lato con líausilio di un punto inframmezzato fissato sullíallineamento.

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misura desunta Può succedere che líoperatore decida di completare il disegno di rilievo riportando parti non rilevate, bensì tradotte da fonti fotografiche o bibliografiche o da schizzi di rilievo: in questo caso il risultato dipenderà dallíesperienza dellíoperatore, che sarà in grado di restituire líoggetto del rilievo rimandando a modelli architettonici noti, dei quali è in grado di apprezzare le giuste proporzioni e relazioni geometriche. Anche a queste parti specifiche si è ritenuto opportuno apporre delle misure che, stavolta, risultano ìrilevateî dal disegno e non dallíoggetto reale e, pertanto sono classificate quali quote presunte. Ad indicare la diversa valenza delle misure sugli elaborati grafici è buona norma dichiarare la diversa valenza delle informazioni differenziando la notazione a seconda che esse siano state prelevate, desunte o derivate. 
Con questa notazione i grafici vengono così corredati di ulteriore informazione in quanto ad esempio le misure ipotizzate siano meno valide delle prelevate e debbono soccombere nei loro confronti.

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misura parziale Le serie di misure parziali sono suddivise in tre categorie così definibili: parziale, totale e totale relativa, la cui applicazione nasce da logiche opportunamente differenziate.
Le parziali mirano a massimizzare il frazionamento in parti dellíoggetto da quotare e, dunque, il grado di informazione metrica sullo stesso: ciò è fortemente legato alla scala di rappresentazione del grafico, poiché ogni ulteriore approfondimento richiede successivi passaggi a ìscale di dettaglioî.

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misura progressiva errori che si commettono (e che si eliminano invece con la misura totale che diviene di controllo)

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misura totale Le misure totali, infine, danno immediatamente ed univocamente il senso dimensionale dellíinsieme raffigurato ed incorporano sia le misure parziali che quelle totali parziali. Andranno prese le misure totali, poi degli elementi principali andranno prese le misure progressive (líultima delle progressive é chiaro che coincide con la totale). A questo sistema principale si andranno ad aggiungere le misure cosiddette parziali cioè quelle prese portando il valore di partenza dello strumento misuratore - lo zero - coincidente con il primo estremo del segmento da misurare.

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misura totale relativa Le totali parziali sono finalizzate alla individuazione degli elementi costituenti líoggetto, della sua logica compositiva e, quindi, delle sue parti significative, incorporando un insieme di misure parziali.

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La misurazione degli angoli Per la determinazione di un punto di posizione incognita nello spazio, è possibile servirsi della misurazione di grandezze angolari. Gli strumenti che permettono tali tipi di misurazioni sono denominati goniometri. Tra questi si elencano il teodolite ed il tacheometro, che vengono utilizzati con la seguente modalità: posto lo strumento nel punto detto ìstazioneî, dopo aver letto (o assegnato) al cerchio graduato, posto nello strumento, il valore angolare di partenza, si collima il punto di cui si vuol conoscere la posizione riferita al punto stazione, dopo di ché si legge di nuovo il valore angolare riportato. La differenza dei due valori rilevati, utilizzando semplici formule matematiche, consente, in fase di restituzione, di risalire alla direzione rispetto alla posizione del punto base, sulla quale è posto il punto battuto. Spostando lo strumento in uníaltra stazione, collegata alla precedente, e procedendo in maniera analoga, ripetendo líosservazione al punto di posizione incognita, si acquisiscono le dimensioni dei tre angoli che ne permettono la determinazione univoca proprio del punto di posizione incognita.
(Nelle esemplificazioni didattiche i valori angolari misurati sono stati graficizzati con due segmenti aventi un estremo in comune, le cui direzioni formano un angolo pari a quello rilevato, con un settore circolare avente centro sullíestremo citato, tracciati con linea continua di spessore 0,2 mm di colore nero. Accanto al simbolo é posta il valore angolare in sessagesimali).

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