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    Università degli Studi di Napoli ìFederico IIî - Corso di diploma in Edilizia - Indirizzo Costruzione
     
     
     

    CORSO DI RILIEVO DELLíARCHITETTURA
    Anno Accademico 1999/2000

    Docente Dott. Arch. Francesco Maglioccola



     
     
     
     
     
     
     
     
     
     

    PROCEDURE DI RILEVAMENTO

    maggio 2000
     
     
     
     
     
     
     

    Parte sesta

    Precedente - Successiva


    Dispensa ad uso degli studenti del corso di Diploma Universitario in Edilizia




Indice degli argomenti affrontati durante le lezioni
ESEMPLIFICAZIONI APPLICATIVE
 
Determinazione della posizione di un punto mediante la trilaterazione La procedura di rilevamento per trilaterazione è quella che viene utilizzata per determinare la posizione di un punto rispetto ad una base nota, considerando il punto come vertice di un triangolo di cui si conosce un lato - la base nota - e di cui il punto costituisce il vertice opposto, prelevando le misure degli altri due lati*.
Volendo individuare la posizione di un punto P rispetto ad una base nota AB, si procede nel seguente modo: dopo aver misurato la lunghezza del segmento AB, si misurano le distanze AP e BP del punto P rispettivamente dagli estremi A e B del segmento AB. 
Nella restituzione grafica sul foglio da disegno si eseguirà la costruzione di un triangolo, nota la lunghezza dei suoi tre lati. Dopo aver tracciato la base, si determina la posizione del punto cercato P con líausilio di un compasso. Posto nel punto A - estremo del segmento AB - il compasso con apertura pari alla lunghezza AP, si tracci un arco di circonferenza per una estensione che presumibilmente interessi la posizione del punto P. Posto nel punto B - il secondo estremo del segmento AB - il compasso con apertura pari alla lunghezza BX, si tracci un arco di circonferenza che vada ad intersecarsi a quello tracciato in precedenza. Il punto di intersezione dei due archi di circonferenza individua univocamente la posizione sul disegno del punto P. 
*Nota: Un triangolo è univocamente definito quando di esso se ne conoscono le misure dei sui lati.

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Determinazione della posizione di un punto mediante le coordinate ortogonali

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Determinazione della posizione di un punto mediante le coordinate polari

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Il rilievo planimetrico di un ambiente quadrangolare eseguito per trilaterazione utilizzando quale strumentazione la fettuccia metrica Dellíambiente andranno misurate le lunghezze dei quattro lati ed almeno una diagonale (meglio se entrambe in quanto la misura sovrabbondante permette la verifica della correttezza delle operazioni di rilievo. Nella fase di rilievo si procede nel seguente modo (si rimanda al paragrafo nel quale si è trattato dello schizzo preparatorio alla presa delle misure, la cui fattura è preliminare a questa fase). Innanzi tutto bisogna dire che per tale operazione è necessario che gli operatori del rilievo siano almeno due in quanto dovranno porre gli estremi della rollina nei punti da rilevare tenendola ben tesa ed in posizione orizzontale. Individuati i quattro vertici, che indichiamo con A, B, C, D, un operatore pone lo zero della rollina in uno dei vertici, ad esempio nel punto A, mentre líaltro operatore tendendo la rollina e portandosi negli altri punti B, C, D misura le distanze di questi dal punto A ed appuntandoli sullo schizzo preliminare. Le distanze AB e AC rappresentano i lati dellíambiente, mentre la distanza AC ne è la diagonale. Analogamente si procede allorché líoperatore si porterà nel punto B. Verranno quindi misurate le lunghezze BD e BC e si potrà anche misurare di nuovo la distanza BA (misura effettuata in ritorno vedi Distanza misurata in andata ed in ritorno) per evitare che si commettano errori grossolani. Infine andrà effettuata anche la misurazione del lato CD, anche se questa misura non è indispensabile per la restituzione del rilievo.
Consigli:
Eí buona norma che colui che abbia eseguito lo schizzo preliminare sia lo stesso operatore che poi dovrà appuntarsi le misure del rilievo; questi potrebbe usare una simbologia grafica che semplificando líambiente da rilevare, potrebbe risultare non comprensibile o dare atto a diverse interpretazioni da parte di coloro che dovranno utilizzarlo.
Nellíappuntarsi le misure è consigliabile che si utilizzi sempre la stessa unità di misura che deve sempre essere dichiarata in calce al grafico, e approssimare e quindi indicare sempre lo stesso numero di decimali, anche se questi dovessero essere degli zeri in quanto líassenza di un valore numerico potrebbe essere il risultato della dimenticanza nellíappuntarsi la misura o di incertezza del valore numerico.
Ad indicare a quale parte del disegno si riferisce la misura prelevata può essere di aiuto líeseguire sullo schizzo delle linee di quotatura con gli estremi che indicano con una freccia od una tacca i punti ai quali e riferita. Il valore numerico della misura sarà posto a ridosso o in modo da interrompere la suddetta linea. Líuso del colore per tracciare queste linee rendendo maggiormente evidente la distinzione tra queste e le linee del contorno da rilevare, rappresentano anche un modo per appuntarsi quali sono le misure necessarie alla restituzione del rilievo.

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Restituzione planimetrica tramite uso delle squadre e compasso Si tracci sul foglio da disegno, nella scala stabilita, un segmento della lunghezza del lato AB: questo rappresenta la base dalla quale partire per la rappresentazione dellíambiente rilevato (i punti A e B sono detti fissi in quanto vengono fissati a priori e non modificano la loro posizione). La distanza AB, se misurata in andata e ritorno, potrà essere calcolata quale media dei due valori rilevati. Posto nel punto A - estremo del segmento AB - il compasso con apertura pari alla lunghezza AC, si tracci un arco di circonferenza per una estensione che presumibilmente interessi la posizione del punto C. Posto nel punto B - il secondo estremo del segmento AB - il compasso con apertura pari alla lunghezza BC, si tracci un arco di circonferenza che vada ad intersecarsi a quello tracciato in precedenza. Il punto di intersezione dei due archi di circonferenza individua univocamente la posizione sul disegno del punto C. Analogamente si procede per determinare la posizione del punto D. Terminata questa operazione avremo sul foglio da disegno, oltre al segmento base AB, i punti C e D. Quale operazione di verifica andremo a controllare se la distanza CD sul grafico sia equivalente a quella rilevata e che fino ad ora non era stata utilizzata nella restituzione. Nel caso si riscontri incongruenza tra i valori bisognerà agire  in funzione dellíentità dellíerrore. Se líentità dellíerrore risulta accettabile non si apporteranno modifiche  al grafico, se invece esso risulta non accettabile bisognerà rivedere la costruzione effettuata fino ad arrivare al caso limite di ripetere líoperazione di misurazione, limitandola però ai casi dubbi o non risolti.

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Distanza misurata in andata ed in ritorno Una distanza di dice misurata in andata, quando misurando un segmento AB si parte dal punto A ponendo lo zero dello strumento misuratore e ci si dirige in direzione del punto B. Si dice, invece, misurata in ritorno quando la stessa misura viene ripetuta partendo stavolta però dal punto B e ci si dirige in direzione del punto A. Eí chiaro che una misura in ritorno presuppone che ci sia stata una misura in andata. La procedura di effettuare misure in andata e ritorno è utile per controllare se si sia incorsi in errore quando si è effettuata la prima misurazione. Essa risulta di fondamentale importanza qualora si debba misurare distanze che costituiscono poi delle basi dalle quali partire nella fase di restituzione del rilievo.

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Restituzione planimetrica tramite uso di squadre e goniometro Omissis

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Il rilievo di una scala Nel caso della scala andrà eseguito il rilievo dellíintero volume definito dal vano in cui è inserita la scala. In questo caso al rilievo della piantadovrà esser affiancato il rilievo dellíalzato procedendo nel seguente modo. Gli elementi fondamentali che compongono una scala sono: il vano nel quale è inserita, il piano di partenza, il piano di arrivo, le rampe, i gradini. Innanzi tutto bisogna rilevare il vano all'interno del quale è inserita la scala. Per far ciò si può operare il rilievo con il metodo della trilaterazione, solo che in questo caso il piano nel quale è contenuto il sistema di misure orizzontali sarà posto alla quota più consona rispetto al piano di partenza ed a quello di arrivo.
Si prendono le misure parziali dei singoli gradini (che andranno progressivamente numerati) almeno per l'estensione di una rampa. Di essi si misurerà l'alzata e la pedata. Si misurerà la lunghezza totale della rampa.
Un operatore posiziona un estremo della lenza (o la rollina) appoggiato sul primo ripiano di riposo allorché questo sia posto ad una quota non eccessiva relativamente al piano di partenza. Un secondo operatore, tenendo tesa la lenza, si porta sul punto corrispondente verticalmente all'estremo del primo gradino. A questo punto il terzo operatore utilizzando la livella da muratore indicherà al secondo di alzare o abbassare la lenza fino a renderla orizzontale. L'operazione può essere semplificata se il livello da muratore viene posto in bolla direttamente sul pianerottolo, così il primo operatore si occuperà dell'orizzontalità della lenza (o rollina). Tutti gli elementi rilevati dovranno essere riferiti al sistema generale di riferimento, dopodiché  si passerà al rilievo dei particolari.

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La costruzione dellíasse di riferimento per una scala  Omissis
 

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Restituzione planimetrica tramite uso di squadre e goniometro - omissis
Il rilievo di una scala - omissis
La costruzione dellíasse di riferimento per una scala  - omissis
Rilievo dell'accesso - omissis
Rilievo dell'androne - omissis
Rilievo del cortile - omissis
Rilievo della scala - omissis
Rilievo del portale - omissis
Rilievo di una finestra/balcone - omissis
Rilievo dei particolari (La pavimentazione - scala da 1:20 a 1:1- Cornici - ecc.) - omissis
Il rilievo delle altezze - omissis
La misurazione di una bugna - omissis
Il rilievo di una colonna di ordine toscanico Oggetto: colonna di ordine toscanico

Strumenti: Doppio metro, Rollina, Filo a piombo

Attrezzatura:

Procedura:

Si esegue lo schizzo preparatorio. Su questo viene elaborato il progetto di rilievo. Supponendo di dover rilevare la colonna con il metodo delle ascisse e delle ordinate si procede nel modo appresso descritto.
A - Utilizzando il filo a piombo.
Con questa procedura è necessario raggiungere in qualche modo la sommità della colonna, in quanto bisogna stabilire un asse di riferimento verticale convenientemente fatto passare per il punto più esterno del capitello. Questo asse di riferimento va fatto coincidere come origine con il punto più alto e posto nel punto medio della pianta del capitello.
Prendiamo in considerazione una colonna composta da una base, un fusto ed un capitello. In fase di rilievo possiamo  ridurre il rilievo di tale elemento architettonico al rilievo del suo profilo ottenuto sezionando la stessa con un piano verticale passante per il suo baricentro e posto parallelamente al piano definito da uno dei lati del quadrato di base.
Avendo la possibilità di rilevare direttamente la larghezza di uno dei lati formanti il quadrato corrispondente al listello più alto del capitello si individua il suo punto medio. Posizionando il filo a piombo su tale punto che risulta il più esterno del capitello si costruisce un asse di riferimento verticale. Si lascia stabilizzare il filo a piombo facendolo calare fino al suo punto di proiezione in pianta sulla base. Si segnala il punto così individuato. Fatto ciò ci si posiziona orizzontalmente con il metro in corrispondenza di tutte le modanature del capitello e si prelevano le loro distanze in orizzontale dal filo a piombo. Si prelevano poi gli spessori delle singole modanature (rif. scheda n. 1 -  Il rilievo delle modanature). Per il fusto vanno individuati più punti  posti ad altezze differenti nei quali rilevare la distanza dal filo a piombo. I predetti punti devono essere almeno tre. In corrispondenza dell'attacco del capitello (sommoscapo), dell'attacco della base (imoscapo) ed in corrispondenza di un terzo circa della sua altezza (cfr. entasi). Nel caso in cui la verticale di riferimento risulti esterna anche alla base della colonna si procede in modo analogo al rilievo delle sue modanature così come si è proceduto per il capitello. Se ciò non fosse possibile si costruisce un'altra verticale che parte dalla base utilizzando il filo a piombo facendo si che il punto che la verticale definisce a terra coincide con l'estremità più esterna della base. Andrà dunque rilevata la distanza da questa ai punti della base oltre che dall'asse precedente. Oltre che le distanze dall'asse verticale alla colonna andranno prese anche le distanze progressive dal punto O di origine dell'asse. Nel caso dell'uso esclusivamente del filo a piombo, potranno essere tracciati dei riferimenti sulla lenza per poi misurarli con un metro (anche eventualmente dopo la misura degli sporti). Per facilitare le operazioni di presa dei dati metrici una volta che con il filo a piombo è stata univocamente individuata una verticale (punto in alto e corrispondente punto a terra) si sostituisce lo stesso con la rollina: leggeremo subito le misure progressive verticali degli elementi indagati (A volte risulta efficace agganciare ad un estremo della rollina un peso tale da trasformarla in una sorta di filo a piombo. In questo caso avremo lo zero posto in basso nel riferimento sull'asse). 
Cfr. si ricorda che per distanza di un punto da una retta si intende la lunghezza del segmento minimo passante per il punto fino alla retta in direzione ortogonale alla retta stessa.


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Il rilievo e la restituzione per il restauro ed il consolidamento Ai fini della definizione del progetto di restauro o di consolidamento  dei manufatti architettonici, onde accertarne la loro capacità di resistere alle sollecitazioni derivanti dai carichi esistenti o di progetto cui saranno sottoposte, sono indispensabili operazioni di rilievo che richiedono particolare attenzione. In questo caso sono indispensabili sia un alto grado di precisione degli strumenti che una idonea preparazione tecnica degli operatori. Ciò che interessa individuare è soprattutto come nel tempo la conformazione delle masse architettoniche abbia subito  alterazioni o che ne possa subire senza riportare danni: oggetto di indagine sono così gli spostamenti e le deformazioni.
Le procedure di rilievo, in questo caso, sono di due tipi: una prima, in cui il rilievo viene ripetuto in tempi diversi per consentire un controllo a posteriori delle strutture, ed una seconda in cui lo strumento rilevatore segue nel tempo il movimento dellíelemento da misurare.
Qui di seguito sono elencati alcuni degli strumenti che consentono sia la misurazione delle fessurazioni che delle deformazioni. Non sono indicati gli strumenti semplici di misurazione, quali líuso della matita con la quale si segna, datandoli, gli estremi di una fessura e che quindi dà una indicazione del movimento, il righello, il filo a piombo, ecc. che consentono, per questo specifico settore, misurazioni con approssimazioni elevate, quantunque offrano una prima possibilità di lettura dello stato di degrado in atto.

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Il rilievo per il collaudo statico delle strutture Si intende qui definire uníindagine finalizzata al collaudo di una struttura, prescindendo sia dallíindagare su cosa abbia reso necessario effettuare tale indagine, che dallíinterpretazione dei risultati del nostro rilievo, rimandando per questi argomenti agli studi della scienza delle costruzioni.
Líindagine conoscitiva deve portare a capire, innanzi tutto, il sistema strutturale dellíedificio analizzato e del suo funzionamento statico, attuata sia attraverso líinterpretazione delle forme che dei materiali costruttivi (quali muratura, legno, cemento armato, acciaio).

Per poter verificare líidoneità delle strutture a resistere ai carichi di esercizio è necessario sottoporre a prove che simulino condizioni di carico e ne verifichino il comportamento congruente ai dettami della scienza delle costruzioni.
In questo tipo di indagine è necessario rilevare sia degli spostamenti, che delle deformazioni di parte o dellíintera struttura sottoposta a carichi. Nel caso del collaudo statico degli edifici, gli spostamenti e le deformazioni vengono causati dalle sollecitazioni provocate direttamente dallíoperatore del rilievo onde fornire poi i dati a colui che dovrà interpretarli. Gli spostamenti e le deformazioni potranno essere prodotti attraverso prove di natura statica (i carichi agiranno gradualmente ed il rilievo dovrà essere effettuato prima e dopo líazione dei carichi, reiterando anche più volte tale operazione), oppure tramite prove di natura dinamica dove la misura deve essere necessariamente ripetuta in tempi rapidi (si dice che in questo caso lo strumento segue líoggetto del rilievo).
Gli strumenti che rilevano spostamenti in campo statico sono di tipo ottico (strumenti topografici), meccanico (righe graduate, flessimetri, comparatori) o elettromeccanico, mentre quelli che rilevano spostamenti in campo dinamico sono i trasduttori elettromeccanici o i sismometri e gli accelerometri.
Gli strumenti che rilevano deformazioni in campo statico sono detti estensimetri, e per il loro funzionamento si distinguono in meccanici (ad amplificazione meccanica, ottica, elettrica) o elettrici (a variazione di resistenza) mentre quelli che rilevano spostamenti in campo dinamico sono estensimetri elettrici a variazione di resistenza o di induttanza collegati ad oscilloscopi, registratori, ecc.


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La documentazione del degrado Líapproccio allíanalisi ed alla documentazione dello stato di degrado delle superfici esterne degli edifici presuppone in prima istanza la definizione della tipologia di degrado che si vuole trattare. Tralasciando il caso in cui il degrado sia conseguenza di mutate esigenze funzionali1, o di condizioni statiche alterate2, e soffermandosi sulle alterazioni formali/materiali3, ulteriore passo da fare é la scelta in merito al livello di approfondimento che si intende raggiungere nella descrizione del fenomeno. A tale scelta si pongono due possibili alternative costituite da fasi di approfondimento tra loro interrelate. Allíindagine sullíedificio nel suo complesso, fà da riscontro il soffermarsi sullíindagine delle singole parti. Da un lato líesame del quadro complessivo induce ad articolare il discorso relazionandolo al caso analogo, così da riferirsi alla norma generale; dallíaltro líanalisi del caso singolo, o di un insieme di episodi singolari, conduce alla definizione di una casistica puntuale. Da una parte vige la norma, che deve conservare la sua struttura/guida, ed alla quale ogni esempio deve necessariamente riferirsi; dallíaltra il caso puntuale che svolge un ruolo autonomo allíinterno della norma generale. Nellíapplicazione dellíuna o dellíaltra modalità descrittiva si possono verificare a) casi in cui líapplicazione della norma generale, costituendo elemento catalizzante, a cui tutto deve riferirsi senza ammettere deroghe per i possibili adattamenti, assume la connotazione di operazione estremistica; e b) casi in cui, agendo in maniera autonoma e senza riferimento al quadro complessivo, vada attuandosi una frantumazione della norma facendole perdere il suo carattere di struttura/guida. Líuno o líaltro estremo, che si rendono possibili in assenza di regole dichiarate, dipendono strettamente dalle esigenze descrittive e di rappresentazione del degrado. A stemperare tali estremismi, la descrizione del fenomeno potrà esplicitarsi articolandosi necessariamente in un primo, sia pure schematico, quadro complessivo, per poi passare alla successiva definizione del singolo caso specifico. Così, quando líapplicazione della norma è relativa ad un quadro unitario, anche la norma stessa risulterà unitaria. Viceversa, in presenza di un complesso non unitario, i casi puntuali si articoleranno secondo modalità differenti, sia pure seguendo le linee guida di una unica logica. Líoperazione verrà allora ricondotta alla ricerca della classificazione del degrado, utile a permetterne una sua rilettura secondo la logica indicata. Ciò a cui deve tendere dunque líoperazione di rilievo e di rappresentazione del degrado materico - nonostante líapparire o meno del degrado come valore assoluto, e nonostante siano presenti o meno singoli episodi di degrado-, è di restituire il continuo flusso di informazioni che porta dal particolare al generale e viceversa, non limitandosi ad indicarne gli estremi. 
La rappresentazione del degrado materico utilizza prevalentemente i seguenti modi: 
1. uso di segni grafici che imitano la composizione e la grana dei materiali degradati, ed uso di testi scritti, quali annotazioni e didascalie, che ne integrano la lettura. 
2. uso di segni grafici non mimetici, quali campiture, schemi, simboli, ideogrammi sovrapposti al disegno/base di rilievo o di progetto.
3. uso di immagini fotografiche. 
4. uso di tecniche informatiche, con cui si rielaborano le immagini grafiche e fotografiche tramite sovrapposizione od integrazione.
Un passo avanti verso la normalizzazione della rappresentazione del degrado è stato compiuto allorchè, per iniziativa congiunta del Consiglio Nazionale delle Ricerche (C.N.R.) e dellíIstituto Centrale per il Restauro (I.C.R.), è stata istituita la commissione denominata Normal avente il fine, tra gli altri, di studiare specificamente líalterazione dei materiali lapidei e i relativi trattamenti conservativi. La commissione pubblica le raccomandazioni contenenti anche indicazioni  sulle modalità di rapprentazione del degrado materico.
1 Degrado funzionale.
2 Degrado strutturale individuabile per es. nel quadro fessurativo e di dissesto.
3 Degrado materico, che, strettamente dipendente dalla qualità dei materiali da costruzione prende il nome di degrado materico, così in dipendenza del particolare materiale vi é una specifica elencazione di degrado. Fa parte di questa categoria il degrado del colore.

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Lessico per la descrizione delle alterazioni e degradazioni macroscopiche dei materiali lapidei. Documento 1/88. Raccomandazioni NORMAL, CNR-ICR Alterazione cromatica 
Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (hue) chiarezza (value) saturazione (chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.
Alterazione cromatica 
Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (hue) chiarezza (value) saturazione (chroma). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate.
Concrezione 
Deposito compatto generalmente formato da elementi di estensione limitata sviluppato preferenzialmente in una sola direzione non coincidente con la superficie lapidea. Talora può assumere forma stalattitica o stalagmitica.
Crosta 
Strato superficiale di alterazione del materiale lapideo o dei prodotti utilizzati per eventuali trattamenti. Di spessore variabile, è dura, fragile e distinguibile dalle parti sottostanti per le caratteristiche morfologiche e spesso per il colore. Può distaccarsi anche spontaneamente dal substrato che, in genere, si presenta disgregato e/o pulverulento.
Degradazione differenziale 
Degradazione da porre in rapporto ad eterogeneità di composizione o di struttura del materiale tale quindi da evidenziarne spesso gli originali motivi tessiturali o strutturali.
Deposito superficiale 
Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali, ad esempio, polvere, terriccio, guano, ecc. Ha spessore variabile e, generalmente, scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante.
Disgregazione 
Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche.
Distacco 
Soluzione di continuità tra strati superficiali del materiale, sia tra loro che rispetto al substrato; prelude in genere alla caduta degli strati stessi. Il termine si usa in particolare per gli intonaci e i mosaici. Nel caso di materiali lapidei naturali le parti distaccate assumono spesso forme specifiche in funzione delle caratteristiche strutturali e tessiturali, e si preferiscono allora voci quali crosta (v.), scagliatura (v.), esfoliazione (v.).
Efflorescenza 
Formazione di sostanze generalmente di colore biancastro e di aspetto cristallino o pulverulento o filamentoso sulla superficie del manufatto. Nel caso di efflorescenze saline la cristallizzazione può talvolta avvenire allíinterno del materiale provocando spesso il distacco delle parti più superficiali: il fenomeno prende allora il nome di criptoefflorescenza o subefflorescenza.
Erosione 
Asportazione di materiale dalla superficie dovuta a processi di natura diversa. Quando sono note le cause di degrado, possono essere utilizzati anche termini come erosione per abrasione o erosione per corrasione (cause meccaniche), erosione per corrosione (cause chimiche e biologiche), erosione per usura (cause antropiche).
Fratturazione o fessurazione
Degradazione che si manifesta con la formazione di soluzioni di continuità nel materiale e che può implicare lo spostamento reciproco delle parti.
Incrostazione
Deposito stratiforme compatto e generalmente aderente al substrato composto da sostanze inorganiche o da strutture di natura biologica.
Lacuna 
Caduta e perdita di parti di un dipinto murale con messa in luce degli strati di intonaco più interni o del supporto (v. anche mancanza)
Macchia 
Alterazione che si manifesta con pigmentazione accidentale e localizzata della superficie; è correlata alla presenza di materiale estraneo al substrato (per esempio: ruggine, sali di rame, sostanze organiche, vernici).
Mancanza 
Caduta e perdita di parti. Il termine generico si usa quando tale forma di degradazione non è descrivibile con altre voci del lessico. Nel caso particolare degli intonaci dipinti si adopera di preferenza lacuna (v.).
Patina 
Alterazione strettamente limitata a quelle modificazioni naturali della superficie dei materiali non collegabili a manifesti fenomeni di degradazione e percepibili come una variazione del colore originario del materiale. Nel caso di alterazioni indotte artificialmente si usa di preferenza il termine patina artificiale.
Patina biologica 
Strato sottile, morbido e omogeneo aderente alla superficie e di evidente natura biologica, di colore variabile, per lo più verde. La patina biologica è costituita prevalentemente da microrganismi cui possono aderire polvere, terriccio, ecc.
Pellicola 
Strato superficiale di sostanze coerenti fra loro ed estranee al materiale lapideo. Ha spessore molto ridotto e può distaccarsi dal substrato, che in genere si presenta integro.
Pitting 
Degradazione puntiforme che si manifesta attraverso la formazione di fori ciechi numerosi e ravvicinati. I fori hanno forma tendenzialmente cilindrica con diametro massimo di pochi millimetri.
Polverizzazione 
Decoesione che si manifesta con la caduta spontanea del materiale sotto forma di polvere o granuli.
Presenza di vegetazione 
Locuzione impiegata quando vi sono licheni, muschi e piante.
Rigonfiamento 
Sollevamento superficiale e localizzato del materiale, che assume forma e consistenza variabili.
Scagliatura 
Degradazione che si manifesta col distacco totale o parziale di parti (scaglie) spesso in corrispondenza di soluzioni di continuità del materiale originario. Le scaglie costituite generalmente da materiale in apparenza inalterato hanno forma irregolare e spessore consistente e disomogeneo. Al di sotto possono essere presenti efflorescenze (v.) o patine biologiche (v.).

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Il rilievo dei cromatismi: sistemi di prelievo e modalità di restituzione  Omissis

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Il colore Omissis
Descrizione del colore (Codice Munsell, ICC, Ö) - Omissis
Materiali e colore  - Omissis
Strumenti per il rilievo del colore: spettrofometro - Omissis
Modalità di restituzione del colore: metodi tradizionali (acquerelli, tinture, smalti, vernici) e nuove tecnologie  (líelaboratore elettronico, la stampa digitale)  - Omissis

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I costi del rilievo Il costo di un rilievo viene determinare prendendo in considerazione sia i costi delle apparecchiature (noleggio od acquisto) che la valutazione economica delle attività di rilievo. A parte le valutazioni che si basano sulla vacazione (costo orario degli operatori) legata alla professionalità ed al titolo degli stessi, influisce sul costo anche le differenti modalità di rappresentazione che verranno richieste. A titolo esemplificativo si riportano alcune voci relative al rilievo prelevate dal manuale di recupero (Edizioni genio civile http://www.build.it/dei/rilievo.htm Last Updated: 27/6/95).

A85001Rilievo fotogrammetrico numerico di prospetto, eseguito tramite prese fotogrammetriche con restituzione stereoscopica al tratto, quote altimetriche (profondità) in quantità non inferiore a tre per parametro. Registrazione numerica delle coordinate su files ASCII e supporti magnetici convenzionali, con codifica dei materiali costituenti l'oggetto.
 A85001ascala di restituzione 1:200                   mq            8.470
 A85001bscala di restituzione 1:100                   mq           19.910
 A85001cscala di restituzione 1:50                    mq           42.370
 A85001dscala di restituzione 1:20                    mq          141.070
 A85001escala di restituzione 1:10                    mq          352.890
 A85001fscala di restituzione 1:5                     mq          470.670 

A85002Rilievo fotogrammetrico di prospetto, eseguito tramite prese fotogrammetriche con restituzione analogica stereoscopica al  tratto, quote altimetriche (profondità) in quantità non inferiore a tre per parametro compreso il disegno finale, ricognizione sul posto, approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
 A85002ascale di restituzione 1:200                   mq            6.410
 A85002bscala di restituzione 1:100                   mq           15.090
 A85002cscala di restituzione 1:50                    mq           32.110
 A85002dscala di restituzione 1:20                    mq          106.940
 A85002escala di restituzione 1:10                    mq          267.510
 A85002fscala di restituzione 1:5                     mq          356.800 

A85003 Rilievo fotogrammetrico di volte, eseguito tramite prese fotogrammetriche con restituzione analogica stereoscopica al  tratto, quote altimetriche (profondità) in quantità non inferiore a tre per parametro compreso il disegno finale, ricognizione sul posto, approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
 A85003ascala di restituzione 1:200                   mq            6.720
 A85003bscala di restituzione 1:100                   mq           15.790
 A85003cscala di restituzione 1:50                    mq           33.610
 A85003dscala di restituzione 1:20                    mq          110.910
 A85003escala di restituzione 1:10                    mq          279.970
 A85003fscala di restituzione 1:5                     mq          373.410 

A85004 Rilievo per raddrizzamento di prospetto, eseguito mediante esecuzione di presa fotogrammetrica, con raddrizzamento tramite strumento idoneo e lucidatura diretta di fotogramma raddrizzato, compreso approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
 A85004ascala di restituzione 1:200                   mq            1.850
 A85004bscala di restituzione 1:100                   mq            4.350
 A85004cscala di restituzione 1:50                    mq            9.250
 A85004dscala di restituzione 1:20                    mq           30.510 

A85005 Rilievo ortofotogrammetrico di prospetto, eseguito mediante prese fotogrammetriche con restituzione ortofotografica e  curve di livello, compreso approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere  e 3 copie cianografiche.

A85005a scala di restituzione 1:200 mq            4.350
A85005b scala di restituzione  1:100 mq           10.230
A85005c scala di restituzione    1:50 mq           21.750
A85005d scala di restituzione  1:20 mq           72.420
A85005e scala di restituzione  1:10 mq          181.160
A85005f scala di restituzione 1:5  mq          241.610

A85006 Rilievo ortofotogrammetrico di volte, eseguito mediante prese fotogrammetriche con restituzione ortofotografica e curve di livello, approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
A85006a scala di restituzione           1:200      mq            5.740 
A85006b scala di restituzione       1:100          mq           13.470 
A85006c scala di restituzione         1:50        mq           28.670 
A85006d scala di restituzione           1:20      mq           95.460 
A85006e scala di restituzione          1:10       mq          238.800 
A85006f scala di restituzione     1:5         mq          318.490 

A85007 Rilievo diretto di prospetto, eseguito tramite metodi tradizionali, compreso il disegno finale, il nolo dei ponti necessari e l'approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
A85007a scala di restituzione         1:200         mq            7.670
A85007b scala di restituzione         1:100        mq           12.570 
A85007c scala di restituzione          1:50        mq           23.370
A85007d scala di restituzione      1:20            mq           43.600 

A85008 Rilievo diretto di piante di edifici, eseguito tramite metodi tradizionali, con inquadramento generale topografico per poligonazione, trilaterazione e triangolazione, compreso il disegno finale e l'approntamento dell'originale da restituzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
A85008a scala di restituzione     1:200 mq            7.670
A85008b scala di restituzione          1:100        mq           12.180
A85008c scala di restituzione       1:50          mq           22.660 
A85008d scala di restituzione         1:20         mq           42.280 

A85009 Rilievo fotogrammetrico di dettagli, eseguito tramite prese fotogrammetriche con restituzione stereoscopica al tratto, quote altimetriche (profondità) in quantità non inferiore a tre per parametro compreso il disegno finale, ricognizione sul posto e l'approntamento dell'originale da riproduzione, copia su poliestere e 3 copie cianografiche.
A85009a scala di restituzione        1:10          mq          267.510
A85009b scala di restituzione 1:5             mq          356.800 

A85010 Compenso ai rilievi fotogrammetrici per l'esecuzione di curve di livello: 
A85010a scala di restituzione
      1:200 (equidistanza curve = 20                mq              730 cm) 
A85010b scala di restituzione
1:100 (equidistanza curve = 10                mq            1.700 cm)
A85010c scala di restituzione                 mq            2.980 1:50 (equidistanza curve = 5 cm)
A85010d scala di restituzione                 mq           10.470 1:20 (equidistanza curve = 1 cm) 

A85011 Compenso ai rilievi fotogrammetrici per l'esecuzione di profili verticali o orizzontali eseguiti tramite rilevamento di quote in profondità.
A85011a scala di restituzione       1:200            m              680
A85011b scala di restituzione         1:100          m              880
A85011c scala di restituzione         1:50         m            1.470 
A85011d scala di restituzione         1:20         m            2.200 
A85012 Coppia di prese fotogrammetriche, realizzata tramite camere da presa idonee, con zona stereoscopica compresa tra il 60% e l'80%; comprensiva di braccio mobile semovente, di sviluppo del negativo, copia su diapositiva e 2 copie su carta positiva e di nolo cad          929.690 
A85013 Appoggio topografico per coppia di prese fotogrammetriche, realizzata tramite procedimenti topografici di intersezione in avanti con misure esuberanti, consistenti in almeno quattro punti definiti nelle tre coordinate spaziali, comprensivo di segnali cad          586.530 
A85014 Restituzione stereoscopica, per coppia di prese fotogrammetriche eseguita tramite strumenti analogici o analitici, a matita su supporto poliestere indeformabile, al tratto o a curve di livello (incidenza media)
A85015 Disegno finale, per coppia di prese fotogrammetriche eseguito su supporto indeformabile, tipo poliestere o astralon, con tratto a china nero per lucido diretto da restituzione a matita (incidenza media)  cad          277.720
A85016 Riporto di integrazioni tramite workstation grafica computerizzata su sistemi CAD correnti. Controllo della restituzione e correzione degli eventuali errori di codifica sia geometrica che qualitativa cad          376.700
A85017 Integrazione tramite ricognizioni e rilievi diretti per la definizione di parti incerte o zone nascoste da ostacoli. cad          133.050

ANALISI DI DEFORMAZIONI STRUTTURALI 
A85018 Misura di spostamenti verticali, su caposaldi in terra o a muro, tramite livellazione geometrica di alta precisione con livello a lamina pian-parallela e stadia Invar, con procedimento dal mezzo in andata e ritorno con circuiti chiusi, compresi i calcoli onde avere le quote finali relative tra punti successivi:
      A85018a fino a 10 punti                      cad           89.800
      A85018b oltre 10 punti                       cad           67.540 
A85019 Misura spostamenti spaziali, su caposaldi a muro tramite intersezione multipla in avanti da stazioni basate su pilastrini in cemento armato. cad          184.260
A85020 Pilastrino, per osservazione topografica di precisione, con basamento di appoggio per teodolite, della sezione di 30x30 cm, altezza = 130 cm, fondato su terreno resistente ed armato. cad          950.880
A85021 Misura di strapiombo, eseguita tramite autoplumb su pareti verticali. cad  46.070 
A85022 Misura di fessurazioni, eseguita tramite deformometro di alta precisione, su due caposaldi infissi ai lati della fessura. cad   37.480 
A85023 Apposizione di caposaldi per lettura di verticalità (autoplumb). cad  58.000 
A85024 Apposizione di caposaldi per livellazione di alta precisione . cad           58.000.
A85025 Apposizione di capisaldi di punte per deformometro. coppia           58.000


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Elementi di teoria dell'errore Omissis

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Parametri che definiscono l'incertezza nel rilievo - incertezza intrinseca dipendente dalla natura dell'oggetto da misurare (es. il non perfetto parallelismo tra le pareti di una stanza che non si verifica e si da per scontato). Qualora si assumono dei valori senza una opportuna verifica si possono commettere errori dei quali non ce ne accorgiamo. As esempio se nel rilevare un ambiente di forma regolare con pareti poste in pianta secondo un rettangolo facciamo a meno di prelevare le misure diagonali dando per scontato il parallelismo delle pareti, potremmo, in fase di restituzione ottenere un quadrilatero che non corrisponde al reale, in quanto non avremo rombo 
-  stato dell'oggetto da misurare (umidità, temperatura influiscono sulle dimensioni dell'oggetto da misurare).
- procedimento di misurazione impiegato (ad ogni procedimento corrisponde un diverso grado di incertezza. Ad esempio due metri accostati o un'unica asta rigida.
- strumento di misura impiegato.
- operatore.

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Parametri che definiscono l'incertezza nel disegno di rilievo ed errore di graficismo Omissis

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Errore intrinseco di graficismo Scala  +- Errore ammissibile

1/10 errore +- cm 0.2/0.3
1/20 errore +- cm 0.4/0.6
1/50 errore +- cm 1/1.5
1/100 errore +- cm 2/3
1/200 errore +- cm 4/6
1/500 errore +- cm 10/15
1/1000 errore +- cm 20/30
1/2000 errore +- cm 40/60.


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La verifica dei rilievi Dopo la fase della redazione degli elaborati grafici è necessario che ne consegue un'altra nella quale, con gli elaborati grafici prodotti, e con i dati di rilievo come supporto si debba procedere alla verifica dei risultati ottenuti. In sede didattica questa si identifica con le correzioni frutto dell'incontro con il corpo docente, ovvero con una persona culturalmente preparata a riconoscere procedure e rappresentazioni appropriate, con l'ausilio di immagini fotografiche, di esiti delle ricerche di archivio, dei dati di rilievo, cioè con la visione di tutti i dati utilizzati per pervenire a quella determinata restituzione grafica. Revisione con chi conosce l'edificio o per visione diretta o per il proprio bagaglio culturale, per la tipologia dell'edificio ecc. Ancora la verifica può avere carattere professionale qualora venga effettuata da amministrazioni pubbliche, o da rappresentanti di queste che siano chiamati a verificare le varie fasi di lavoro. A tale operazione gioverà il mettere a disposizione, tramite una relazione allegata, un testo che renda possibile riconnettere le ricerche di archivio allo studio diretto del manufatto. La verifica di errate interpretazioni formali può essere effettuata tramite il raffronto della rappresentazione grafica con quella fotografica del manufatto, ovvero con modelli simili utili a ricondurre il manufatto stesso ad un determinato momento storico dellíarchitettura.

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Cenni sullíuso della fotografia nel rilievo architettonico.  FARE RIFERIMENTO AL FASCICOLO: L'INTERESSE ARCHITETTONICO SUL PIANO. LA PRESA DEI DATI DA IMMAGINI PIANE.

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Interpretazione metrica della fotografia, nozioni di base per la restituzione prospettica e la fotogrammetria.  FARE RIFERIMENTO AL FASCICOLO: L'INTERESSE ARCHITETTONICO SUL PIANO. LA PRESA DEI DATI DA IMMAGINI PIANE.

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