S.Nicola alla Carità |
Francesco Maglioccola, S.Nicola alla Carità: la
cupola rilevata, in "Adriana Baculo Giusti ed altri (a cura di), Napoli
versus coelum. La città e le sue cupole, Electa Napoli, 1999".
(Aggiornato: 26-Feb-2000) |
Francesco Maglioccola, S.Nicola alla Carità:
la cupola rilevata, in "A. Baculo ed altri (a cura di), Napoli versus
coelum. La città e le sue cupole, Electa Napoli, 1999. Lit. 80.000"
(Viene
qui di seguito presentato un estratto del testo e delle immagini)
Denominazione
Chiesa di San Nicola alla Carità.
Ubicazione
Via Toledo, 376.
Datazione
La costruzione ebbe inizio nel 1647.
Destinazione attuale
Religiosa (Sede della Congregazione dei Pii Operai e dei
Catechisti Rurali).
Trasformazioni
Varie sono state le trasformazioni, per lo più dettate
dalle esigenze di porre rimedio ai dissesti provocati dai terremoti e dalle
infiltrazioni d'acqua.
Stato di conservazione
Il complesso, grazie ai recenti interventi di manutenzione,
risulta in buono stato di conservazione. La cupola, non presenta evidenti
segni di degrado. |
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Notizie storiche
La costruzione del complesso ecclesiastico ebbe inizio
nel 1647 sulla base dei disegni del regio ingegnere Onofrio Gisolfi, che
ne diresse anche i lavori. Nel 1656 una epidemia di peste causò
la morte del Gisolfi e di coloro che sostenevano le spese per la costruzione,
con la conseguente sospensione dei lavori ripresi solo nel 1668, quando
vennero affidati a Cosimo Fanzago. Questi diresse i lavori, attuando delle
varianti rispetto al progetto originario e portando la costruzione alla
sua conclusione al rustico nel 1682. A questa ne succedettero tutti i lavori
di abbellimento che videro autori come Francesco Solimena, Pietro Scarola,
Paolo De Matteis (discepolo di Luca Giordano) e Francesco De Mura (allievo
del Solimena) impegnati in vari momenti ad eseguire affreschi e tele. Quando
nel 1716 la chiesa venne consacrata al culto dal Card. Francesco Pignatelli,
erano ancora incomplete le opere di rivestimento degli ambienti interni,
e soprattutto la facciata - attribuita a Francesco Solimena (dubbia attribuzione
in quanto é conservato nellíarchivio del Museo di Capodimonte, un
disegno della facciata a firma di Ferdinando Sanfelice che quanto meno
lascia presupporre una sua collaborazione) - era ancora tutta da fare.
Per la sua completa realizzazione bisognerà attendere la seconda
metà del 1700. In epoca recente sono stati eseguiti, vari rifacimenti
ed ampliamenti, dettati dalla necessità di riparare ai danni provocati
dai terremoti e dalle infiltrazioni díacqua che hanno compromesso la statica
dellíedificio. In particolare si ricordano i lavori eseguiti nel 1957,
quando a causa delle infiltrazioni provenienti dal tetto e dagli impianti
sotterranei della fogna cittadina, é stato rifatto il tetto, il
rivestimento della cupola e restaurati gli affreschi, gli stucchi e le
decorazioni oltre che rifatta la pavimentazione. Con líoccasione é
stato anche ampliato líipogeo che oggi si estende per tutta la superficie
della chiesa.
Nella
via Toledo di Napoli, laddove la strada si allarga a mo di invito per sfociare
nella piazza della Carità, é ubicata la chiesa dedicata a
San Nicola di Bari (fig. 1), sede delle Congregazioni religiose dei Pii
Operai e dei Catechisti Rurali. Nonostante le ridotte dimensioni della
strada, grazie alla struttura della copertura che vede la presenza di un
cilindro di notevole altezza, è possibile dal basso vedere la cupola
che si erge su di essa (fig. 2). La struttura della chiesa è a croce
latina a tre navate con cappelle laterali e con cupola impostata su tamburo
con doppio ordine di finestroni. La navata centrale é coperta con
volta a botte suddivisa in tre parti da costoloni in stucco in corrispondenza
delle paraste in continuità con i pilastri. Ognuna di queste parti
é composta da sette riquadri nei quali sono accolti affreschi raffiguranti
scene della vita di San Nicola, gli Apostoli e le Virtù. Lo stesso
schema si ripete sulle volte del transetto. Sui quattro archi corrispondenti
all'incrocio della volta della navata centrale con quella del transetto,
si impostano quattro pennacchi che sorreggono un alto tamburo terminato
dalla cupola. Dallíesterno la struttura prosegue con il lanternino: questo
non presenta nessun occhio che permetta di comunicare con líinterno. Nel
sistema tamburo/cupola sono presenti un doppio ordine di aperture che rendono
molto luminoso líinterno, líuno sul tamburo e líaltro che parte dallíimposta
della cupola. Líordine inferiore ha otto finestroni con cornice a stucco
dorato con sovrapposto un riquadro rettangolare contenente delle scritte.
Tra una finestra e líaltra vi é una lesena con base semplice e capitello
riccamente lavorato a stucco dorato. Sopra i capitelli un cornicione circolare
con stucchi e fregi dorati. Sopra il cornicione vi sono otto finestre in
corrispondenza dei finestroni sottostanti, con cornici ed architravi finti.
Tra i finestroni della cupola sono rappresentati otto dottori della Chiesa.
Sullíintera superficie dellíintradosso della cupola si svolge líaffresco
rappresentante il paradiso opera di Francesco De Mura eseguito tra il 1733
ed il 1734. A causa dellíumidità líaffresco é stato quasi
completamente cancellato. Su di esso, al principio del XX secolo, si é
operato un intervento di risanamento, e ciò che resta oggi dell'originaria
opera sono solo tracce sparse di colori che non permettono la riconoscibilità
del soggetto rappresentato. Nel procedere al rilievo metrico della cupola
si è partiti da una definizione preliminare su ciò che era
necessario rilevare. Nel progetto di rilievo è stata quindi effettuata
la scelta su quali dati selezionare e quali procedure mettere in atto per
prelevarli, basandosi sulla definizione di un sistema di priorità
e di elementi. Líoperazione di presa di misure, preceduta da una
definizione degli elementi e dei rispettivi segni da indagare, é
stata così anticipata dalla scomposizione del manufatto in elementi
ed applicando alle parti individuate le procedure di rilevamento metrico
adeguate.
In prima istanza sono stati individuati i limiti
entro i quali definire le operazioni di rilievo, considerando che questi
potessero avere un ulteriore estensione in fasi successive. Líindagine
ha quindi interessato la determinazione di tutte quelle parti che permettessero
líindividuazione del sistema di copertura nel quale si inserisce la cupola
composta e riferire lo stesso ad altre parti della chiesa e soprattutto
al contesto urbano. Gli elementi presi a riferimento sono stati classificati
come posizioni limiti rispetto alle quale definire il manufatto. In sintesi
il sistema cupola è stato riferito all'impianto stradale che delimita
il lotto, ad altri manufatti ovvero alla rete di punti stabili più
prossimi.
Nello svolgimento delle operazioni si è seguito
un percorso di avvicinamento che ha portato man mano a rilevare dal
generale al particolare, dal contesto agli ambienti interni ed alla copertura.
Si è inteso come cupola non solo líelemento
visivo di chiusura e limite superiore dellíedificio religioso, ma anche
ciò che con esso definisce il sistema costituito dal cupolino, dal
tamburo, dalle aperture, dalle cornici dellíesterno, e dai pennacchi, dal
parapetto e dalle cornici dellíinterno, escludendo i corpi esterni
che si affiancano alla cupola vera e propria. Da sottolineare che in questa
applicazione si é operato indipendentemente dalla presenza degli
affreschi che decorano le superfici, pertanto non è stato preso
in considerazione il trattamento superficiale dellíintradosso della cupola.
Tutte le parti elencate, poiché contribuiscono
nel loro insieme alla composizione generale del manufatto architettonico
non sono state considerate come separate. Líoperazione di scomposizione
e di classificazione contribuendo alla riconoscibilità delle parti,
non è stata vista come procedura di separazione e distacco delle
stesse per consentirne uníanalisi indipendentemente dalle altre. Così
ad esempio rilevata la cupola é stato significativo non solo per
rilevare líoggetto in se, ma anche connetterlo allíaccesso ed allíambiente
esterno - quale elemento del contesto - ed allíambiente interno quale elemento
dellíimpianto del complesso religioso. Della cupola, una volta definiti
i limiti, dallíesterno nella giunzione della cupola-tamburo al piano dell'orizzontamento
di copertura e nellíinterno nell'intersezione dei pennacchi con il tamburo
si è passati all'indagine metrica. Sin dall'inizio è stato
comunque tenuto presente che l'indagine di tipo metrico del manufatto in
esame, fosse preliminare ad indagini indirizzate alla conoscenza e consistenza
dei materiali utilizzati, al loro stato di conservazione, alle tecniche
costruttive e così via, intesa quale base per le ulteriori possibili
tematizzazioni.
Per la preparazione al rilievo é stata redatta
una relazione documentativa relativa al manufatto oggetto di indagine come
utile richiamo e sistematizzazione delle problematiche connesse al rilievo
e quale primo esito di un lavoro preparatorio che nelle successive fasi
è stato ampliato ed approfondito.
E' stata effettuata una prima battuta fotografica
dell'interno della chiesa e dell'esterno soprattutto facendo riprese da
edifici adiacenti. La quasi totalità delle immagini fotografiche
sono state convertite in formato digitale raster tramite scanner piano
per una duplice finalità: da un lato per costituire un primo archivio
digitale documentativo a carattere fotografico, e dall'altro per essere
utilizzate dal software per il rilevamento fotogrammetrico. Nel predetto
archivio sono confluite sia le fotografie scattate in seguito alle operazioni
di rilievo (ogni foto ed in generale ogni grafico ha una specifica numerazione),
sia le fotografie scattate in precedenza.
In questa indagine preliminare sono state evidenziate
le problematiche da affrontare nello specifico rilievo della cupola. Sono
state studiate le possibili posizioni dei punti di presa sino ad arrivare
ad una definizione del loro numero e dislocazione.
Essendo molteplici le informazioni che si possono
prelevare tramite un rilievo sono state tra queste privilegiate quelle
di tipo metrico. Tali informazioni, restituite in rappresentazioni grafiche
numeriche, hanno comunque comportato una scelta sulla scala metrica da
utilizzare. Prendendo in considerazione la cupola nella sua interezza,
stabilito già inizialmente di realizzarne una sua rappresentazione
nella scala metrica di 1/100, il grado di approssimazione é stato
conseguenzialmente adeguato, facendo si che nel prelievo delle misure gli
scarti sulle misurazioni risultassero nell'ordine dei centimetri.
Nella iniziale indagine riguardante esclusivamente
le pubblicazioni e le fonti archivistiche più recenti in cui fosse
documentato il manufatto non sono emerse testimonianze utili ai fini della
programmazione del rilievo. La documentazione iniziale ha anche inteso
sistematizzare i dati sulla consistenza dei materiali e sulle tecniche
costruttive adottate nel complesso in esame. In questa fase sono anche
già state proposte le possibili rappresentazioni da adottare in
seguito. Le ipotesi formulate e gli schemi proposti correlati alle problematiche
individuate sono state in seguito verificate attraverso gli esiti ai quali
si é pervenuto.
Quale prima fase del rilievo, é stata eseguita
una iniziale battuta fotografica a scopo ricognitivo. La finalità
con la quale sono state scattate le prime foto è stata quella di
descrivere il manufatto attraverso líimmagine visibile, e quindi prelevare
informazioni e restituirle contemporaneamente in fase di stampa. Tale documentazione
è risultata efficace in quanto ha consentito di tornare sul
posto con le immagini in stampa, ed evidenziare sulle stesse i punti che
dovevano essere rilevati.
A queste immagini fotografiche a carattere documentativo
utili in quanto testimonianza della presenza e morfologia dellíoggetto
e delle procedure di rilevamento poste in essere, hanno fatto seguito altre
eseguite in modo tale da permetterne il loro uso metrico.
In questa operazione non sono state prese in considerazione
le possibilità dellíimmagine fotografica quale strumento per documentare
valenze del manufatto architettonico o le vicende costruttive che hanno
interessato il manufatto dalla sua costruzione allíattualità.
Le foto si sono dimostrate particolarmente utili
per quelle parti del manufatto che sono state rilevate nelle linee principali,
e laddove si é comunque documentato in fase di restituzione dati
che non interessavano lo specifico dellíoperazione di rilievo ma che con
la loro assenza avrebbero reso irriconoscibile líambiente non permettendo
líimmediato confronto visivo tra il reale e ciò che era rappresentato
nei grafici di rilievo.
La scelta operata sulla tipologia della strumentazione
é stata dettata dalla volontà di operare in un quadro generale
di riferimento che desse la possibilità di affrontare le problematiche
connesse alla pratica attuativa del rilievo facendo si che fossero prelevate
direttamente le informazioni metriche laddove fosse stato possibile, ed
utilizzando la strumentazione topografica per ovviare all'eventualità
di costruire un ponteggio solo per questa finalità.
Di qui, da un lato la strumentazione di tipo tradizionale,
filo a piombo, rollina, asta metrica e doppio metro per le parti poste
ad altezze raggiungibili senza líausilio di incastellatura o scale e dallíaltro
líuso della stazione topografica integrato allíutilizzo del distanziometro
a raggio laser.
La scelta dei punti di inquadramento é avvenuta
tenendo conto del fatto che dovessero essere 1) in numero quanto minore
possibile in modo da ridurre i tempi delle operazioni di rilievo (ogni
stazione comporta tempi alquanto lunghi per la messa in stazione dello
strumento, specialmente in relazione alla velocità dellíacquisizione
del dato di rilievo) e da evitare con líiterazione le possibilità
di errore, 2) univocamente individuabili e stabili, conservando tale caratteristica
almeno per tutta la durata delle operazioni di rilievo, 3) almeno un punto
dal quale rilevare comodamente líestradosso della cupola (un punto posto
almeno alla quota di imposta della cupola visibile allíesterno), ed un
punto dal quale raggiungere líintradosso della cupola. Alla fine
sono stati individuati due punti interni alla chiesa, due all'esterno e
due punti sulla parte piana della copertura della chiesa.
Tramite un rilievo topografico di base eseguito
utilizzando una stazione totale si é realizzata una poligonale che
mettesse in relazione l'interno con l'esterno della cupola.
Eí stato impostato un piano delle operazioni topografiche
mirato a tenere limitato il numero delle stazioni, utilizzando una poligonale
aperta che si sviluppasse a partire dallíinterno della chiesa - per il
rilievo dellíestradosso -, e che conducesse allíesterno fino alla copertura,
per determinare i punti appartenenti allíestradosso della cupola. In particolare,
allíinterno della chiesa si è fatto stazione in prossimità
dellíaltare (stazione 1000), in posizione tale da poter mirare contemporaneamente
alla superficie voltata della cupola ed ai corrispondenti punti proiettati
a terra. Da tale prima stazione non essendo possibile passare direttamente
allíesterno, sia per problemi di visibilità che per evitare di intralciare
il normale svolgimento delle attività religiose, si è passati
ad una seconda stazione interna (stazione 2000), posta in prossimità
dellíingresso, laddove era possibile vedere la stazione 1000 e contemporaneamente
collimare verso un punto posto all'esterno (stazione 3000). La poligonale
infatti ha avuto altri due vertici (stazione 4000 e stazione 5000) in Via
Toledo, posti sul marciapiede opposto a quello sul quale prospetta la chiesa
per consentire il collegamento al punto posto sul terrazzo di copertura
della navata (stazione 6000). La copertura della chiesa di San Nicola alla
Carità è costituita essenzialmente da un terrazzo piano dal
quale si eleva la cupola, impostata su un tamburo cilindrico e sovrastata
da un cupolino terminante con la croce. Il margine del terrazzo verso la
via Toledo è chiuso dal retro del frontone triangolare, mentre gli
altri lati terminano senza protezione. Su tale orizzontamento è
stato posizionato lo strumento topografico (stazione 6000), in modo tale
da poter collimare il punto posto in basso sul marciapiede (stazione 5000).
Infine, ancora sul terrazzo, per procedere al rilievo dell'estradosso della
cupola con il metodo dell'intersezione in avanti è stato fissato
l'ultimo vertice della poligonale sull'estremità opposta del terrazzo
(stazione 7000).
Ai fini poi dell'inquadramento nel contesto dellíoggetto
del rilievo è stato necessario riferire le misurazioni effettuate
ad una serie di punti esterni considerabili stabili. Tra questi sono stati
privilegiati i punti di riferimento più prossimi della costruenda
stazione della metropolitana di Napoli.
Il rilievo, anche a causa di condizioni esterne
sfavorevoli, si é protratto per più giorni. Ovviamente ha
assunto particolare importanza líesecuzione della monografie dei suddetti
punti principali, riassuntive della loro posizione e corredate di misure
- al fine di riconoscerne la posizione reale sul terreno. Laddove é
stato possibile agire sulle superfici come ad esempio sul terrazzo, sono
stati segnalati i punti con l'uso di vernice di colore rosso. All'interno
della chiesa i punti non sono stati materializzati stabilmente in quanto
non era possibile lasciarne traccia senza intaccare le superfici marmoree,
pertanto sono stati scelti utilizzando il riferimento alle connessioni
tra i vari elementi della pavimentazione. Per le stazioni 4000 e 5000 é
stato utilizzato un chiodo infisso nella pavimentazione in asfalto del
marciapiede.
Ad ogni punto rilevato é stato assegnato
un numero identificativo a quattro cifre, come ad esempio la stazione 1000.
In questo modo ai punti in cui si é fatto stazione sono stati riservati
le unità intere delle migliaia, mentre a quelli individuati a partire
da questi sono stati aggiunti i valori numerici decimali, come ad esempio
il punto 1003.
Con il rilievo topografico di base per ogni punto
battuto è stata effettuata la lettura al cerchio orizzontale e la
lettura al cerchio verticale, ed è stata misurata l'altezza strumentale
e l'altezza del prisma. I dati immagazzinati nell'unità di memoria
dello strumento hanno poi fornito oltre che la distanza in direzione inclinata
e quindi la relativa componente orizzontale e verticale, le loro coordinate
tridimensionali riferite al sistema avente origine nel punto stazione.
Per individuare la posizione nello spazio per quei
punti raggiungibili direttamente si operato con líuso dello strumento topografico
ed il relativo prisma riflettente. In questo caso sono state ottenute direttamente
le coordinate tridimensionali (3D) riferite al punto stazione dal quale
sono state riprese, e di conseguenza riferite al sistema di riferimento
generale (quello imposto nella prima stazione). Questo
metodo é stato utilizzato per il rilievo della poligonale di base
e per i punti principali dell'impianto della chiesa.
Laddove non è stato possibile disporre il
prisma lungo i punti del tracciato da rilevare, gli stessi sono stati battuti
da due stazioni differenti in modo da ottenere la loro posizione quale
intersezione delle direzioni individuate dalle congiungenti il centro dello
strumento (centro dellíobiettivo) con i punti mirati. In questo caso é
stato dunque necessaria una coppia di stazioni che permettesse di individuare
le coordinate dei punti discretizzanti la cupola come intersezione di due
rette nello spazio. Questo metodo é stato utilizzato per l'estradosso
della cupola.
Per líintradosso della cupola, si é messo
in atto una procedura - appresso descritta - differente da entrambe poiché
la mancanza di punti di riferimento sulla superficie voltata non consentiva
di procedere neanche con il metodo della intersezione. In questo caso la
presenza dellíaffresco poteva essere considerato quale elemento di ausilio
molto utile ma i tempi del rilievo si sarebbero allungati in quanto bisognava
prima procedere alla identificazione dei punti mediante una segnalazione
su una riproduzione fotografica della stessa cosi che in fase di presa
di misure quelli dovevano essere i punti da riprendere. Stante le cattive
condizioni dellíaffresco non vi erano esaurienti riferimenti per poter
operare in tal modo, in più líoperatore allo strumento topografico
avrebbe avuto difficoltà notevoli ad inquadrare i punti, con notevole
dispendio di tempo. Con la posizione dei punti così ottenuti avremmo
potuto costruire un modello discreto a maglia realizzato sulla base di
una rosa di posizioni 3D con un passo molto largo. Per semplicità
di ripresa e per ottenere un modello semplificato della cupola, la stessa
è stata ridotta ad una superficie di rivoluzione di cui è
stata rilevata la direttrice e la generatrice. La direttrice è risultata
una circonferenza in quanto la cupola è sorretta dal sistema di
pilastri impostati su pianta quadrata, mentre è stata rilevata la
generatrice associata ad un meridiano della cupola.
E' stata determinata la posizione di altri punti
dell'intradosso della cupola ed é stata confermata la loro appartenenza
alla superficie generata. Ciò ha confermato la bontà del
modello costruito e quindi delle scelte effettuate in sede di progetto.
In conseguenza del progetto elaborato, intesa la
cupola come composta da una maglia definita da meridiani e paralleli, è
stato costruito in pianta la proiezione di un meridiano della superficie
nella quale è stata discretizzata la cupola. Visto che il sistema
di pilastri che offrono sostegno alla cupola definisce in pianta un quadrato,
è stato individuato il quadrato circoscritto ad uno dei paralleli.
I vertici diagonalmente opposti dei pilastri dai quali si dipartono le
volte sorreggenti il tamburo sono stati collegati tra di loro. L'intersezione
di queste diagonali ha restituito in pianta la proiezione del punto P posto
a quota più elevata - punto di massima - appartenente alla superfice
della cupola. Dopo ciò é stato determinato il punto medio
M della congiungente due vertici dei predetti pilastri. La congiungente
i punti P ed M ha così definito la proiezione cercata di un meridiano.
Da notare che, quale elemento di verifica, è risultato che la proiezione
del centro della decorazione posta in corrispondenza della chiave di volta
sull'intradosso dell'arco è risultato appartenente alla retta
PM individuata. Una
lenza tesa tra i due punti estremi P ed M ha permesso di verificare la
orizzontalità della traccia del piano verticale passante per la
retta PM ed utilizzato per prelevare le misure in verticale sul piano della
pavimentazione. Dopo aver disposto lungo líasse della lenza del nastro
di carta adesiva - in tal modo preservandosi dal causare danni alla superficie
della pavimentazione - sono state tracciate sulla stessa piccole croci
di riferimento ad un passo regolare di 10 cm (fig. 4). Su tutti i punti
segnalati (dal 1003 al 1028) è stato posto un segnalatore
autolivellante a raggio laser capace di emettere il raggio nella direzione
verticale, cosicché essendo il raggio emesso nello spettro dell'infrarosso
veniva ad essere segnalato in punto piccolo rosso sull'intradosso della
cupola. Con lo strumento topografico sono stati battuti tutti i punti,
dal 1003 al 1028, posti a terra ed i punti verticalmente corrispondenti
posizionati sull'intradosso della cupola. In fase di restituzione è
stata costruita la spezzata passante per i punti rilevati ed è stato
riscontrato che la sezione della cupola definiva un ellisse.
Oltre al rilievo descritto è stata eseguita
anche una verifica con líutilizzo di un misuratore elettronico a raggio
laser. Con tale strumento, che consente di determinare la distanza tra
due punti dei quali il primo, è quello dove viene posto lo strumento,
ed il secondo é quello di cui si vuole determinare la distanza dal
primo, sono state rifatte le stesse osservazioni fatte in precedenza. Il
valore rilevato visualizzato su display a cristalli liquidi è stato
trascritto per poi essere memorizzato su memoria di massa ed essere trasferito
in una stazione informatica. E ovvio che essendo il valore rilevato funzione
della qualità della superficie riflettente e ritrovandoci in un
caso in cui non si potevano essere assegnati i parametri di questa non
si poteva fare pieno affidamento ai risultati cui si perveniva, nonostante
la distanza misurabile rientrava ampiamente nei limiti dello strumento.
Si é quindi utilizzato il misuratore elettronico a raggio laser
per la determinazione della posizione di altri punti e quale strumento
per il controllo e la verifica di eventuali errori grossolani dei
dati pervenuti tramite il rilievo topografico. Così per il rilievo
dellíintradosso della cupola, é stata posta la sorgente negli stessi
punti in cui é stato posto lo strumento emettitore raggio laser
autolivellante. La verticalità é stata osservata affiancandolo
con la livella, così che líemissione delle onde che hanno raggiunto
líintradosso della cupola avvenisse in direzione verticale. Dallíintradosso,
le onde sono state riflesse e rinviate verso il punto di partenza. Qui
lo strumento ha misura líintervallo di tempo esistente tra líemissione
ed il ritorno dellíonda. La variante da considerare era che non si é
potuto modificare líinformazione allo strumento relativamente al cromatismo
ed al potere riflettente della superficie della cupola. Ancora, il raggio
veniva comunque riflesso in modo non ottimale in quanto deviato dalla curvatura
della volta. Tale condizione era naturalmente particolarmente accentuata
verso líimposta. Nonostante queste incertezze lo strumento ha dato valori
che per il centro della cupola non si discordavano notevolmente da quelli
ottenuti con líaltra procedura, mentre la lettura ai margini si rendeva
molto incerta.
L'estradosso della cupola si è operato analogamente
all'interno. In questo caso sono state rilevati come generatrici due costoloni
ed in particolare la spezzata definita dai punti di connessioni delle lastre
di rame con le quali è ricoperta la superficie esterna della cupola.
Dalle stazioni 6000 e 7000, grazie allo strumento topografico e con il
metodo dell'intersezione in avanti, sono stati battuti i punti analoghi
dei due costoloni più vicini ed i punti posti in mezzeria sul settore
di cupola intermedio.
In fase di disegno si é scelto di restituire
le immagini piane della cupola operando una proiezione delle rette passanti
per i punti collimati e per il centro delle stazioni, in un piano orizzontale
per ricavarne líintersezione. Un errore di collimazione ovvero unminimo
scarto nell'osservazione avrebbe potuto rendere sghembe le due rette e
quindi in ambiente di disegno 3D non si sarebbe ottenuta líintersezione.
Dalla rappresentazione sul piano si è poi ricostruito il modello
solido.
A completamento del rilievo effettuato dall'orizzontamento
di copertura sono stati individuati i punti del tamburo e delle aperture
presenti su di esso adoperando líausilio del prisma riflettente. I dati
in questo caso sono stati memorizzati sull'unità di memoria di massa
a corredo della stazione totale ed in fase di restituzione, tramite software
dedicato, si sono ottenute le coordinate 3D.
Una volta inseriti i dati nellíelaboratore, la serie
dei punti 3D sono stati collegati attraverso gli strumenti che fanno parte
dellíambiente CAD: tutte le verifiche sono state effettuate direttamente
in computer attraverso un modello grafico. Tutti gli elaborati grafici
relativi sia alla realizzazione del rilievo ivi comprese grafici comparativi
delle procedure attuate per il rilievo della cupola e le ipotesi formulate
sia le restituzioni finali sono stati registrati ed archiviati in formato
vettoriale.
Quale complemento ed ulteriore possibilità
d'indagine è stata anche effettuata la resituzione fotogrammetrica
relativamente all'estradosso della cupola ed al tamburo. Le foto utilizzate,
eseguite con una camera semimetrica, sono state scatate sia con asse parallelo
tra loro e ortogonale al fronte e sia convergenti verso il centro della
cupola. Sulla base dei punti base rilevati topograficamente e con una restituzione
eseguita in computer è stato possibile determinare la posizione
di altri punti relativi a parti di dettaglio così come per l'attacco
della lanterna sulla cupola.
In sede di restituzione grafica si é costruito
anche un modello informatico tridimensionale, che avesse come informazioni
riprodotte solo i paralleli ed i meridiani. Si é realizzata una
vista prospettica impostando la posizione relativa del punto di vista desumendolo
dai dati di rilievo, e la si é affiancata allíimmagine fotografica,
evidenziando quali fossero, nel reale, i punti utilizzati per discretizzare
la forma da rilevare. Così, in fase di verifica dell'esito del rilievo
è stato realizzato un confronto visivo tra il modello informatico
ed il modello analogico fotografico - l'immagine raster della fotografia
stessa acquisita tramite scanner - attraverso una sovrapposizione dell'immagine
wireframe in una vista prospettica realizzata automaticamente assegnando
lo stesso punto di vista che aveva l'osservatore quando ha scattato la
foto. Il risultato di tale esperimento è stato di notevole conforto
per la verifica del modello solido realizzato.
Note
Líesperienza di ricerca, che ha visto
partecipe il gruppo di lavoro diretto dalla Prof. Adriana Baculo Giusti,
é stata coordinata da Antonella di Luggo e Francesco Maglioccola.
Per la restituzione grafica del rilievo, e per la costruzione del modello
informatico sono state utilizzate le apparecchiature informatiche presenti
presso il Laboratorio di Rappresentazione del Dipartimento di Progettazione
Architettonica e Ambientale della Facoltà di Architettura dell'Università
degli Studi di Napoli "Federico II".
Fase di rilievo
Strumentazione utilizzata:
-per il rilievo topografico e la costruzione
della poligonale di riferimento, una stazione totale con prisma ottico
e supporto per la memorizzazione dei dati;
-per il rilievo dei punti di dettaglio,
un distanziometro a raggio visibile (laser);
-per il rilievo fotogrammetrico ci
si é serviti, nella fase di presa di una macchina fotografica semi-metrica
e di software dedicato nella restituzione;
-per il rilievo dei punti accessibili
direttamente, asta metrica telescopia m. 10, rollina da 50 m, livella da
cm 50, doppio metro in legno e profilometro.
In particolare per il rilievo dellíintradosso
della cupola ci si é serviti di segnalatore autolivellante a raggio
laser, capace di emettere il raggio nella direzione verticale.
Attrezzi di ausilio:
Palina, munita di bolla sferica ed
innesto per il prisma ottico, filo a piombo, chiodi metallici, spray di
vernice rossa e rondella metallica per la segnalazione dei punti sulle
superfici esterne, nastro di carta adesiva per la segnalazione dei punti
sulla pavimentazione interna.
Strumentazione di supporto:
Coppia di ricetrasmettitori che ha
permesso la comunicazione tra gli operatori;
Operatori impegnati nella fase di
rilievo: Arch. Antonella di Luggo, Arch. Francesco Maglioccola, Arch. Vincenzo
De Biase, Arch. Francesco Felisio, Arch. Alfredo Maciariello.
Fase di restituzione grafica
Strumentazione utilizzata:
Stazione grafica composta da computer
IBM-Compatibile Pentium 100 Mhz, con software AutoCAD versione 13-C4.
Operatori impegnati nella fase di
restituzione grafica: Arch. Vincenzo De Biase, Arch. Francesco Felisio,
Arch. Alfredo Maciariello, Arch. Francesco Maglioccola.
La documentazione grafica del presente
contributo é stata realizzata dall'autore, ad eccezione delle figg.
4, 5 curate da Francesco Felisio e Vincenzo De Biase così come indicato
nelle relative didascalie. L'autore delle fotografie è Attilio
Dursi. Si ringrazia il Parroco Padre Mario Rega per la disponibilità
ed il consenso accordato all'esecuzione del rilievo.
Bibliografia:
G. Galante, Guida sacra alla città
di Napoli, ivi, 1872.
G. Molinari,San Nicola alla Carità,
Napoli 1930
F. Strazzullo, Documenti per la chiesa
di San Nicola alla Carità, in "Napoli Nobilissima", NS IV (1964)
pp. 114-124.
D. Vizzari, La chiesa napoletana di
San Nicola alla Carità, Napoli 1993 |