vo-progetto F.Milizia. G.A.Antolini: Il rapporto teoria-rilievo-progetto F.Milizia. G.A.Antolini: Il
Dottorando arch. Francesco Maglioccola
Tutor prof.ssa Adriana Baculo Giusti
Finito di stampare nel mese di febbraio 1997 dalla CUEN srl - Napoli - Stampato con Docutech
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Presentazione di Adriana Baculo Giusti
Capitolo I
La teoria "scientifica" dell'architettura
dalle formulazioni di Francesco Milizia alle applicazioni di Giovanni Antonio
Antolini
Capitolo II
Lettura antologica delle opere di
G.A.Antolini - parte a
Capitolo II
Lettura antologica delle opere di
G.A.Antolini - parte b
Appendice
Notizie di Francesco Milizia scritte da lui medesimo con un catalogo delle sue opere
Biografia dell'architetto Giovanni Antonio Antolini scritta da se medesimo
Descrizione del Foro Bonaparte
Il rapporto tra teoria, rilievo e progetto trova un esempio
emblematico e di ricca articolazione nella confluenza di idee, rilievi
e progetti che si evince dal gruppo docente/allievo costituito da Francesco
Milizia e da Giovanni Antonio Antolini.
L'articolazione di questo rapporto, - già di per
se capace di toccare il nodo fondativo dell'insegnamento e della produzione
dell'architettura - si sfaccetta in innumerevoli tematiche, ciascuna delle
quali merita una illustrazione approfondita, anche per le implicazioni
connesse al momento storico, al tessuto culturale di sfondo, all'interrelazioni
con altri protagonisti di teorie e di pratiche volte a definire il bello
in architettura.
Tra tali tematiche si colloca, in primo luogo, il tema
della definizione di una "teoria scientifica" dell'architettura, un tema
non nuovo poiché rimanda alla tradizione ininterrotta fin dal '400
(e con riferimento obbligato alla matrice vitruviana) - di trattati, regesti
storici, sinossi di documenti sull'architettura e via via manuali - ma
che nel '700 assume un ruolo centrale caratterizzandosi come ricerca di
una "base logica" sulla quale fondare e sviluppare i principi architettonici.
Altro tema che specifica l'approfondita ricerca ad opera
del Milizia sul "bello" in architettura e conseguentemente sulle modalità
di esplicitarlo ed insegnarlo è quello del rapporto imitazione/invenzione.
In merito il clima culturale del '700 suggerisce ai migliori pensatori
un atteggiamento innovativo ed un credito rivolto ad obiettivi che raccolgono
principi di libertà e quindi di invenzione; ma d'altra parte l'esigenza
di certezze si traduce anche in architettura nello sforzo di individuare
regole e procedure, modelli ed esemplificazioni che ne garantiscano la
base logica. L'imitazione, infatti é il fondamento conoscitivo e
formativo, così come l'invenzione é il momento in cui l'architetto
- ed in genere l'artista "... la compone, la esagera, l'altera, l'abbellisce,
ne é il poeta. La nobiltà, la generosità rendono l'imitazione
una continua invenzione".
Su tale obiettivo di fondazione logica dell'architettura
si innestano altre riflessioni volte ad analizzare le componenti dell'architettura
scomposte in altrettante specifiche tematiche. Tali componenti assumono
significati connessi a sostantivi precisi quali ornato, distribuzione,
comodità, solidità, ecc., ma - ed è significativo
specificarlo - ogni indagine approfondita sulle parti o sulle tematiche
in cui si disarticola il progetto di architettura é sempre tenuta
insieme dal concetto di struttura compositiva, costruttiva e funzionale
che informa di sè l'architettura e che mantiene costantemente legata
ogni speculazione di pensiero ed ogni valutazione sull'architettura costruita
all'insegnamento vitruviano, ben specificato nelle relazioni istituite
tra venustas, utilitas e firmitas e non solo nelle connotazioni di ciascuna
di esse. A questo concetto di struttura si riferisce l'esito stesso del
lavoro teorico, didattico e progettuale della coppia Milizia e Antolini.
Poiché il progetto conclusivo - il Foro Bonaparte
che sembra essere la summa esemplificativa del sopraddetto rapporto teoria/rilievo/progetto
- affida la propria bellezza ad un esito compositivo inteso come relazioni
tra tematiche e parti architettoniche. Tematiche che si specificano nel
rapporto tra natura ed artifizio architettonico, inverato nella grande
scala del progetto e nei molteplici elementi inclusivi quali il Castello
sforzesco, lo spazio della piazza, l'orizzonte urbano, il limite vecchio/nuovo,
ecc. ; che si invera "nella correlazione tra un insieme assimilabile ad
una quasi città e varie parti di edifici" tenuti insieme dal grande
arco del colonnato che istituisce un possente riammaglio; che si invera
nella riproposizione di pronao, atrio, blocco edilizio, copertura, ecc.,
ovvero di parti architettoniche che non istituiscono ad una semplice giustapposizione
(cioè ad una somma di elementi significativi), ma che assumono ruolo
e significato nel momento stesso che si strutturano in forma architettonica.
La composizione architettonica che tende all'esito specifico del bello si identifica pienamente col sopraddetto concetto di struttura, cioè con un obiettivo che potremmo definire rivolto alla rappresentazione, intesa questa come messa in forma di elementi, parti, insiemi e sovrainsiemi. E ciò - come è più volte esplicitato - avviene "tramite artifizi": l'architetto cioè non disperde la sua opera nella natura - anche se assume questa come maestra -, ma diviene protagonista e produttore di un analogon costruito. In tale operazione si colloca non solo la base fondativa dell'architettura tratta - come detto - dall'insegnamento vitruviano, ma si collocano anche tutte le valutazioni sugli ordini e sul corretto uso degli stessi.
In merito allo studio sugli ordini bisogna sottolineare che il Milizia - come i migliori e più autentici trattatisti - studia i rapporti base/fusto/capitello/architrave, gli apparati decorativi, gli stili affidati a schemi di proporzione ed a tipi di capitelli ecc., non già e non solo costruendo tassonomie comparative utili ad evidenziare le differenze tra parte e parte, tra elemento ed elemento ecc., ma ritiene prioritaria la necessità di verificare il ruolo che ciascuna parte o elemento assume nel contesto della singola opera costruita, cioé nell'unicum della forma architettonica. Da ciò l'Antolini trae la propria filiazione didattica dal maestro e si adopera in primo luogo nel rilievo dell'architettura costruita, cioè in una analisi approfondita di pochi esempi suggeriti dal Milizia. Il tempio di Ercole a Cori ed il Tempio di Minerva ad Assisi, sono le architetture che concretamente divengono maestre nell'insegnamento del Milizia.
Altra eredità diretta che l'allievo desume dal maestro é relativa alla sistematizzazione e divulgazione degli insegnamenti ricevuti. L'Antolini rielabora il testo Principi di architettura civile, per pronunciarsi sul tema della formazione dell'architettura, lo articola e lo completa mediante commenti al fine di verificare le sue proprie cognizioni, i concetti desunti dal maestro, l'idea dell'architettura, la pratica del bello.In sintesi il momento divulgativo del rapporto Milizia/Antolini si rivela un momento formativo ricchissimo, un'esperienza profonda e ricca di chiarimenti e di riflessioni, un'assunzione di consapevolezza in merito alle linee progettuali che il momento storico e l'esperienza didattica hanno determinato, così da far nascere nel discente - in modo immediato ed energico - l'esigenza di concretizzare il proprio sapere in progetto, cioè in una rappresentazione che assumesse insieme la profonda valenza didattica e la più esplicita concretizzazione in una rappresentazione d'architettura. Questo é il ruolo più vero del Foro Bonaparte: il ruolo didattico implicito nel progetto di una specifica architettura. Questo é il ruolo primario al quale ciascun architetto deve tendere, al di là di più meccaniche procedure progettuali, volte - come spesso é avvenuto - ad assumere indicazioni riduttive quali quelle derivate dall'esplicitazione di tipologie nuove e di modalità di progetto derivate da consuetudini proprie del momento storico. Questo punto va' sottolineato, anche se non sono di secondaria importanza gli aspetti più propri della cultura neoclassica: quali la messa in luce dei connotati artificiali dell'architettura rispetto ad un contesto naturale che diviene compresente ma separato; la riduzione della forma architettonica a volumi, forme, elementi decorativi esplicitati come essenziali cioè ridotti al necessario; la connessione tra tipologia formale e ruolo funzionale dei manufatti; la disarticolazione del progetto di architettura dalle dimensioni locali per trovare delle dimensioni sovranazionali particolari. In conclusione si vuol dire che il rapporto docente/discente quale si é verificato nel caso Milizia/Antolini é estremamente proficuo di insegnamenti che vanno al di là del momento storico in cui si collocano; ma é semplicistico pensare che tale rapporto si sarebbe potuto verificare in altri momenti storici, poiché é il contesto culturale in cui si colloca che permette di assegnare a questo esempio un doppio registro didattico: da una parte per esplicitare temi generali e dall'altra per essere specchio in cui si riflettono le aspirazioni del tempo. L'architetto Francesco Maglioccola ha affrontato a fondo queste tematiche, sia attraverso gli aspetti teorici della ricerca sia attraverso le riletture grafiche, che costituiscono un utile commento alla comprensione di figure di pensatori e di architetti, la cui complessa personalità sarebbe difficile ed incompleto indagare in altro modo.
1. F. Milizia, Principi di architettura civile, Finale 1781, p. 16
Prof. Arch. Adriana Baculo Giusti
La trasformazione visiva, e quindi grafica, di un rilievo, di un'idea progettuale o di asserzioni teoriche, deve, secondo colui che esegue il grafico e ne ordina la composizione, trasmettere soprattutto sensazioni che risultino utili per un esame critico della realtà e che non si fermino alla superficie dei fatti. Questa operazione induce, nella fase esplicativa del suo impegno, l'operatore a dare il massimo di sè stesso nella sua partecipazione creativa in modo tale da "tendere verso una forma espressiva ed efficace al massimo grado usando contestualmente la forma più semplice ed economica per esprimere ciò che vuole"1.
Gli elaborati allegati al presente lavoro di ricerca esemplificano il predetto assunto. Nelle singole tavole vengono esplicitate le tematiche già prese in considerazione nel testo, costituendone, da un lato una sintesi grafica, dall'altro una ulteriore estensione quale contributo operativo utile allo sviluppo nel settore della ricerca e della didattica architettonica.
La specifica titolazione delle tavole stesse non si limita ad offrirne di esse una univoca chiave di lettura, ma và vista come indicazione rivolta verso significati più estesi.
1. Sergej M.Ejzenstejn, Film Form, 1949, trad. it. La forma cinematografica, Ed. Einaudi, Torino 1992, p. 26
2. F.Milizia, Principi ..., p. 386
Tavola 1. Regola-Deroga
Esplicitazione della classificazione dell'architettura civile operata da Francesco Milizia, esposta nel testo "Principi di architettura civile". Abaco costruito utilizzando la rappresentazione grafica dell'insieme colonna-architrave.
Francesco Milizia desume i principi costitutivi dell'architettura e le regole su cui questi si basano, dalla classificazione dell'architettura operata a partire dall'organismo unitario e scomponendolo nelle sue parti componenti, sino ad arrivare agli elementi che non possono essere ulteriormente scomposti a scapito della perdita della loro connotazione. Ciò che tiene insieme queste parti sono le regole compositive, geometriche, dimensionali, qualitative, ecc. Queste vanno rispettate affinchè si possa tendere al raggiungimento della bellezza architettonica. E' possibile, per Milizia, anche la deroga alle regole, semprechè ciò avvenga come esito di un ragionamento e non come pratica imitativa, intesa qui come mera copia o rispetto aprioristico di personalità carismatiche. La deroga dunque, chiara e dichiarata, assume validità se assurge a principio, come egli chiarisce quando scrive: "... è intieramente contrario all'autorità, ed alla pratica generale. Sialo: basta che sia uniforme alla ragione, a petto di cui tutte le autorità e gli esempi del Mondo sono uno zero"2.
Tavola 2. Le parti componenti
Il tempio di Ercole a Cori: pianta, prospetto, sezione.
Nell'avvicinarsi alla conoscenza architettonica, uno dei primi passi da compiere, è la esplicitazione della composizione. In ciò, somporre nelle parti componenti l'organismo architettonico equivale ad approfondire tale conoscenza. Il metodo di indagine individuato nel rilievo dell'Architettura del passato, con la conseguente rappresentazione, offre la possibilità di esplicitare le regole cercate, pronte per essere offerte al progetto.
Tavola 3. Traduzione di un'idea
Il tempio di Minerva ad Assisi: rielaborazione della pianta rilevata dall'Antolini, del prospetto di A.Palladio riportato dall'A., e della pianta (posta in prospettiva) della ricostruzione ideale del Tempio tentata dall'A.
G. A. Antolini concepisce il rilievo come momento di verifica di una conoscenza consolidata. Il dato preesistente, messo in relazione con il reale, sostanzia la pratica del confronto che ne fa emergere le relative differenze. Differenze dettate non già dalla maggiore o minore capacità nell'operazione di rilievo e nella successiva elaborazione grafica di restituzione, quanto nella metodica differente attuata nella traduzione di un'idea, del come l'architettura debba essere fatta affinchè corrisponda ai propri canoni compositivi.
Tavola 4. Essenzialità
Foro Bonaparte: l'ingresso denominato Barriera del Sempione: pianta, prospettiva, prospetto.
Norma importante per l'architetto consiste nell'uso misurato ed essenziale delle varie parti componenti una fabbrica onde evitare di cadere nella confusione o nell'eccessiva ricchezza. L'essenzialità - "i più perfetti profili vogliono essere composti di poche modanature, variate nella forma e nella grandezza, applicate convenientemente ai loro usi, e disposte con gusto" - serve a dare il giusto valore al "membro predominante, cui tutti gli altri debbono servire, onde sembrino fatti o per sostenerlo, o per fortificarlo, o per coprirlo dalle ingiurie dell'acqua".
Tavola 5. Il modello
Foro Bonaparte: pianta del semicircolo, prospettiva in
corrispondenza del pronao di uno dei quattro edifici pubblici classificati
di seconda classe.
Ai dati ai quali attinge l'architetto per la progettazione appartengono sia i riferimenti progettuali che i modelli organizzativi la composizione architettonica quali valori assoluti e utilizzabili in ogni intervento. Questi dati, desunti dal rilevamento storico critico dell'architettura esistente, e confluiti nel trattato costituiscono la base delle teorie del fare architettonico.Ne consegue che per esprimere poi, graficamente, le proprie intuizioni e formulazioni teoriche che utilizzano il processo di indagine che porta a definire il modello, il tipo ideale, che ripetuto costituisce l'elemento fondamentale attraverso il quale fondare la ridefinizione delle successive composizioni, risulta necessario associare alla logica di contenuti la conseguente logica di graficizzazione.
Tavola 6. Varietà - Unità
Foro Bonaparte: pianta del livello terreno e del primo
livello degli edifici della Borsa, del Teatro, del Pantheon e del Museo.
La natura particolare di alcune nuove esigenze, conduce alla definizione di risposte di carattere formale innovative. Quando le prime debbono essere necessariamente soddisfatte in tempi brevi e con un numero considerevole di manufatti, si rileva conseguenziale la scelta di riprodurre in gran numero opere aventi medesime conformazioni. Ci si rivolge così al concetto di tipologia connesso con la varietà dei casi, unificati in una unità di categoria; la regola diviene che deve "esservi varietà ed unità, affinché lo spettatore non sia sempre ricondotto alle medesime cose onde si genera sazietà, ne distratto in diverse, onde confusione".
Tavola 7. Relazione tra le parti
Foro Bonaparte, edificio della Dogana: pianta, sezione,
sezione assonometrica.
Lo studio neoclassico dell'architettura del passato mira alla conoscenza dell'intero organismo architettonico attraverso l'indagine sulle sue parti componenti, così, come alla volontà di restaurazione di una cultura architettonica, - che con gli eccessi del barocco aveva perso la sua originaria formalizzazione - corrisponde una esegesi del patrimonio architettonico antico, così alla necessità di mancanza o dispersione di regole non più rispettate, corrisponde la ricerca della relazione tra le parti costituenti l'organismo architettonico attraverso il più razionale metodo di rappresentazione di elevato e pianta, con il quale possono direttamente desumersi i dati qualitativi e quantitativi dell'architettura costruita come patrimonio utile oltre che ai fini di una teoria scientifica, anche della formulazione del progetto.
Tavola 8. La citazione
Foro Bonaparte, edificio del Panteon: pianta, sezione
meridiana, generatrice del volume di rotazione, sezione prospettica.
La comunicabilità di un significato attraverso l'uso di segni si rafforza maggiormente quando questi ultimi vengono utilizzati organizzandoli secondo regole precise. Se queste regole e segni sottendono il rendere espliciti dei contenuti, l'operazione di ricerca può essere ricondotta a definire un metodo applicabile alla generalità dei casi. Se l'oggetto dell'indagine è un organismo architettonico, ovvero lo spazio conformato dall'uomo, il metodo si definisce attraverso una conoscenza e comprensione frutto dell'appropriazione e della successiva restituzione di quegli elementi che definiscono l'opera nella sua totalità. Un riferimento, una citazione, un rimandare a, si configurano così come la conferma dell'uso di sistemi già consolidati che servono a soddisfare le esigenze manifestate.
Tavola 9 e Tavola 10. Il Foro Bonaparte
Foro Bonaparte, rappresentazione del progetto -
pianta del piano primo, prospettiva e planimetria dell'area circostante.
In questa rappresentazione, la composizione e la struttura della rappresentazione nel suo complesso danno l'effetto e la sensazione di una unità ininterrotta tra l'insieme e le parti che creano l'insieme. L'unità organica che si rivela nell'intrecciarsi tematico dell'immagine finale non é ottenuto con un meccanico intersecarsi, ma attraverso la struttura generale della composizione. Così, al tentativo di collegare l'architettura alla città in una unica complessa visione, corrisponde la rappresentazione di elementi in esposizione multipla ed immagini sovrapposte ad immagini, dalla fusione meccanica alla sintesi plastica, sino a raggiungere la sintesi tematica. Uno dei significati del termine composizione è confronto, collazione. Da questo punto di vista il materiale architettonico va analizzato per vedere come stabilire i legami e le giunture tra i singoli episodi architettonici e tra i singoli elementi all'interno di questi episodi. Uno dei procedimenti, il più semplice ed immediato, per stabilire i collegamenti compositivi delle parti tra loro, è la ripetizione. Questa ripetizione aiuta a creare la sensazione dell'unità dell'opera e della corrispondenza organica delle parti. La preoccupazione che deve essere soddisfatta prima di tutto è il tentativo di esprimere le idee in immagini, attraverso un'alta perizia tecnica.